MICHELE NIGRO VISTO DA…

Michele Nigro nasce a Vittoria il 21 Gennaio 1975. Fin da ragazzo manifesta attitudine per l’arte e la necessità di esprimere la sua ricca interiorità in immagini e colore. Ma pure è attratto da quel mondo rutilante e misterioso popolato da figure singolari, le cui fragili ali da Icaro sovente rovinano innanzi ai dardi infuocati di Apollo. Le contingenze della vita gli impediscono di seguire un regolare curriculum di studi, assecondando i propri interessi in modo sistematico, ma egli caparbiamente riuscirà, tra mille sacrifici e disparati impieghi, a conseguire un diploma e a coltivare contemporaneamente la sua passione per la pittura. Riesce quindi a inserirsi nel circuito artistico locale e nella vita culturale della sua città; nel 2008 è tra i pionieri della rivalorizzazione del centro storico di Vittoria, insediando il proprio laboratorio dapprima in via Cavour e successivamente nell’adiacente via Marsala, dove tutt’oggi dipinge e propone le sue opere. Al di là di ogni luce ufficiale, di eventi mediatici o riconoscimenti, Michele continuerà a iridare la sua tavolozza per offrirci sempre inedite, caleidoscopiche rappresentazioni.

 

Mostre collettive

Percezioni, Palazzo Garofalo, Ragusa, 2004; L’arte dei venti, Mostra itinerante in provincia di Ragusa, 2004; Sicilia Country, Castello di Donnafugata, Ragusa, 2005; Collettiva d’arte ass. Rosso Cobalto, Sala mostre Delegazione Scoglitti, 2005; Blues Arte, Sala Falcone-Borsellino, Ragusa Ibla, 2006; Indagine d’artista, Palazzo Rizza, Vittoria, 2007; Artisti della costa iblea, Teatro Donnafugata, Ragusa Ibla, 2008; Lo spazio dell’arte, Palazzo Iacono – Galleria degli Archi, Comiso, 2009; Encandado don Cervantes, Libreria Bixio64, Vittoria, 2010; Quadreria dei poeti passanti, Da Sancio Panza a don Chisciotte, Galleria degli Archi, Comiso, 2010; Don Chisciotte della Mancia, Galleria La Calandra, Ispica, 2010

Istinto e Colore, Spazio InStabile, Vittoria, 2011; Mac (Mercato Arte Contemporanea), Vittoria, 2011; Il dogma del Debito, Spazio InStabile, Vittoria, 2011; Banconota d’artista, Galleria Taddini, Milano, 2013; Arte fiera, Padova, 2013; Caffè Letterario, Roma, 2013; L’Arte cerca la gente, Le Masserie, Ragusa, a cura di Amedeo Fusco e Rosario Sprovieri.

 

Mostre personali

Visibile Silenzio, Lanternarte, Faro di Scoglitti, 2009; Cromie, Laboratorio via Marsala 25, Vittoria, 2012; Corrispondenze, Teatro Vittoria Colonna, Vittoria; Galleria dgeli archi, Palazzo Pace; 2013;“Carte dal Nigro”, Stazione di Zima, Comiso; “Città stretta”, Modì, Vittoria – tuttora attiva.

È stato presente nelle seguenti esposizioni fieristiche: Arte Fiera 2014 di Padova, Genova, Bergamo e Milano.

Colore e dissonanze

“Siamo parte di qualcosa ben più grande di noi, e per diventare un anello nella catena degli artisti dobbiamo pagare un alto prezzo di salute, libertà, giovinezza..”.

Così scriveva, con eroica umiltà, Vincent Van Gogh, rassegnato ad esser solo il temerario e affaticato annunciatore di quei coloristi mai veduti, da Matisse a Soutine a Chagall, la fascinazione dei cui deliri cromatici ha da sempre irretito anche Michele Nigro.

Da volenteroso e tenace apprendista qual si ritiene, il nostro pittore ricuserebbe simili accostamenti, benché le etichette di fauvismo e naivismo ben s’attaglino alla personalità istrionica e “coloratissima” che esibisce esteriormente. La sua, tuttavia, è pittura centripeta, che muove dall’interiorità per tradurre in sostanza cromatica il pathos e le vibranti intuizioni, l’emozione e le visioni più intensamente sentite e vissute. Come in tutte le poetiche espressionistiche, quel che vale è riuscire a manifestare la recondita spiritualità, non per offrire un’immagine oggettiva del reale, ma per rispecchiare l’essenziale dilemma del senso della vita, aprendosi al mistero del mondo e dei destini. Dinnanzi al caos dell’esistente, l’angoscia e lo sgomento di brumosa ascendenza nordica lasciano il posto, nell’espressionismo mediterraneo di Michele, allo stupore e alla meraviglia, all’interesse per ciò che ci circonda e coinvolge, per tutto ciò che è prossimo e alla mano. L’incuria per ogni convenzione, l’antinaturalismo dei colori e le dissonanze fondano qui la familiarità degli scenari, dagli aspri, suggestivi paesaggi agli ambienti densi di umanità, mentre in rappresentazioni più “intimistiche” l’audacia cromatica cede a una maggiore sobrietà ed armonia. Su tutto domina  la fede nella materialità del colore e nella sua felice pienezza espressiva, con effetti che definirei di un “realismo pazzesco”, più che magico o fiabesco, affatto speculari ad un artista la cui cifra stilistica è riposta nell’inconsueto e nello straniamento.

In perenne tensione fra vita e pittura, introverso per indole e istrione per vocazione, moderato in politica ma avanguardista nell’arte, Michele Nigro, al pari delle sue opere, si regge su un coacervo di contrasti, dissonanze, tonalità emotive ora accese e ora pacate..

Pur frequentandolo da anni, mentirei se affermassi d’averci capito qualcosa, ma certo quel che più gli urge è osare, stupire, provocare, riuscendo a far sortire dall’inconsueto e dalle differenze il dialogo, l’ascolto, la comunicazione, e sempre ancora inedite contraddizioni (Gianluca Gulino).

 

Foto di: Franco Noto 

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