METACOMUNICARE: UNA COMUNICAZIONE SULLA COMUNICAZIONE

Partendo dall’assioma che è impossibile non comunicare (lo si fa sempre, silenzi compresi) possiamo dire che la comunicazione è stato e continua ad essere uno dei grandi temi di ricerca e studio in psicologia. Dalla Scuola di Palo Alto alla PNL, troviamo importanti concetti teorici, ma a volte anche concetti meno rigorosi, che mirano a rispondere alla domanda più importante: come si comunica in maniera efficace?

La risposta potrebbe essere che bisogna tenere presenti i due livelli su cui ogni comunicazione si basa: il contenuto e la relazione.

La metacomunicazione non rappresenta altro che una comunicazione sulla comunicazione che prevede entrambi i livelli (il contenuto e la relazione) e la capacità di metacomunicare in modo adeguato, rapportandosi quindi su entrambi i livelli, comporta la possibilità di una comunicazione efficace. Metacomunicare consente quindi di spostarsi dal contenuto alla relazione, dove il contenuto è ciò che si vuole dire all’altro, il messaggio esplicito con valore informativo, mentre la relazione riguarda il rapporto fra i comunicanti.

Riuscire, soprattutto in un conflitto, a spostare la comunicazione dal contenuto alla relazione può significare cambiare completamente il tutto e dare altro valore o significato a ciò che fino a quel momento era stato detto. Metacomunicare non è difficile, ma semplicemente una disabitudine per molti di noi, soprattutto all’interno delle comunicazioni conflittuali che spesso diventano tali proprio perché i comunicanti, concentrandosi solo sul contenuto, tendono ad un’escalation simmetrica ( “fanno a gara” a chi ferisce di più fino a sferrare il colpo finale) invece che spostarsi sulla relazione, mossa che interromperebbe la scalata al conflitto. Ad esempio, se nel corso di una comunicazione litigiosa, ad un certo punto, dopo che un comunicatore si rivolge all’altro con il tono alto e un contenuto violento, quest’altro invece di mirare ad un’offesa maggiore (livello del contenuto) dicesse: “Perché sei così arrabbiato con me e mi dici cose così offensive e violente?” sposterebbe la comunicazione dal livello del contenuto a quello della relazione (metacomunicherebbe). Ovviamente la metacomunicazione non sempre salva dal conflitto ma, riuscendo a creare una comunicazione sulla comunicazione, permette di rompere senza “violenza”.

Occorre ricordare che la capacità di metacomunicare in modo adeguato non solo è la condizione alla base della comunicazione efficace, ma è anche strettamente collegata con il problema della consapevolezza di sé e degli altri.

Riuscire a sapere metacomunicare è essenziale per tutti, ancor di più per un leader che, proprio per essere tale, deve necessariamente essere anche un comunicatore efficace, in grado riuscire ad uscire fuori dalle dialettiche sterili ed inutili per aprirsi un varco verso la verità, riuscendo a prestare attenzione a sé, agli altri e alla relazione con essi. Un buon leader si distingue per la sua capacità di riuscire a comunicare con gli altri in maniera elegante ma chiara, decisa e non ambigua, ipnotica e persuasiva ma non suggestiva, ricordandosi sempre dell’importanza della relazione oltre che del contenuto della sua comunicazione.

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