Mentre l’Italia perde tempo, Malta avvia studi per centrali eoliche galleggianti

Malta si prepara un futuro da esportatore di energie rinnovabili e punta a realizzare impianti eolici galleggianti al largo delle sue coste nella zona di competenza economica esclusiva. Lo ha reso noto il ministero dell'ambiente annunciando di aver avviato gli studi per identificare le zone ideali per lo sviluppo delle 'wind farm' offshore, in base ai livelli di rischio e alla velocità del vento. 



"Attingere a questo settore può fornire significative opportunità socioeconomiche, inclusa la creazione di posti di lavoro verdi e il miglioramento delle catene di creazione del valore locali" ha scritto il ministero in una nota in cui si ricorda che il ministero delle finanze ha in parallelo lanciato "una consultazione di mercato preliminare per valutare l'interesse per l'avvio di attività nella enorme zona economica esclusiva maltese", che si estende dalla mezzeria del canale di Sicilia fino al limite delle acque di competenza libica. Il ministro delle finanze, Clyde Caruana, ha definito lo spazio marittimo di competenza maltese come una importantissima opportunità, in particolare per la produzione di energia eolica: "L'attuale crisi energetica conferma la necessità di investire in questo settore, per rafforzare la nostra sicurezza energetica e per diversificare le fonti". 


Attualmente Malta è connessa alla rete elettrica italiana ed ha la possibilità di produrre energia elettrica grazie alla centrale (alimentata da gas liquefatto importato dall'Azerbaigian) che è stata al centro dello scandalo di corruzione scoperto da Daphne Caruana Galizia.

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