MANCATO PAGAMENTO DEL FSTA PER I LAVORATORI TRASPORTO AEREO IN MOBILITA’

Come era prevedibile, nel mese di gennaio 2016 il Fondo Speciale del Trasporto Aereo (FSTA) NON ha pagato la quota ad integrazione sulla mobilità a cui centinaia di lavoratori del Trasporto Aereo sono stati obbligati per insani accordi siglati tra Aziende ed OOSS. Vogliamo ricordare a tutti che il Fondo fu istituito al fine di intervenire in casi di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per:

–        erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori interessati da riduzioni dell’orario di lavoro, da sospensioni temporanee dell’attività lavorativa o da processi di mobilità;

–        finanziare programmi formativi di riconversione o riqualificazione.

   Pertanto deve erogare un’integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà a tutti i lavoratori destinatari della prestazione integrativa che sono il personale di volo (piloti e assistenti di volo), sia il personale di terra del settore trasporto aereo.

Nulla da dire, tutto bello tutto buono; ma…coloro i quali sono preposti quale COMITATO Amministratore hanno dimenticato che la legge n. 92/2012 (cd legge Fornero) ha previsto (art 3, comma 44) la possibilità che il FSTA si adegui a disposizioni relative ai cosiddetti Fondi di solidarietà, ossia fondi di categoria che forniscono anch’essi prestazioni integrative di sostegno al reddito, ma sono alimentati esclusivamente da contributi di aziende e lavoratori.

La stessa legge aveva disposto anche (art. 3, comma 47) la soppressione del FSTA, a decorrere da inizio 2014, ma nel 2013 la norma di soppressione del FSTA è stata fortunatamente abrogata (art 13, comma 22 del DL n. 145/2013).

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ne ha dedotto, con una nota all’Inps del 23 dicembre 2014, che il FSTA poteva trasformarsi, a decorrere dal 1° gennaio 2016, in un fondo di solidarietà. Nel caso venisse prorogata anche l’addizionale sui diritti di imbarco – tramite decreto interministeriale – il FSTA sarebbe diventato l’unico fondo di solidarietà alimentato in massima parte da proventi a carico della fiscalità generale.

Che cosa è successo invece nel frattempo? Perché il Fondo NON ha pagato la quota di integrazione prevista lasciando così i lavoratori con la quota minima della sola CIGS o Mobilità?

Si legge e si ascoltano nel frattempo solamente patetiche giustificazioni sia delle OOSS che fanno parte del Comitato, sia delle Istituzioni ma nel contempo i lavoratori debbono tirare ancora una volta in maniera sensibile la cinghia!!

Anche questa volta si è ostaggi di procedure e cavilli che per nulla giustificano il comportamento da parte dell’INPS.

Sorge comunque spontanea una domanda ma il “Comitato” che si era già riunito il 21dicembre 2015, data in cui aveva la possibilità di intervenire sulla possibilità che a gennaio NON sarebbe stata pagata l’integrazione dal FONDO perché ha dovuto aspettare la riunione del 25gennaio2016 per prendere atto della ormai già avvenuta tragedia!? Le persone, i lavoratori vivono di stipendio mensile; la continuità della vita quotidiana è legata alla data in cui viene versata la quota retributiva mensile; Bollette, Mutui, Tasse, Alimenti, Medicinali non aspettano le “comodità” di altri e soprattutto non accettano le inadempienze dovute ad errori o peggio a negligenze di qualsiasi natura.

Stendiamo poi un pesante velo pietoso su quella campagna mediatica che l’INPS ha chiamato erroneamente”Trasparenza” che invece di trasparente non ha nulla!! Un primo e semplicissimo calcolo matematico ci da subito ragione perché se come diceva un grande comico”…è la somma che fa il totale!!” l’ente incassa dai lavoratori, dalle imprese e dal contributo dei passeggeri trasportati mediamente più di 200Milioni di euro all’anno mentre (dai valori riportati proprio dall’ente) le prestazioni per il 2009 sono state di 161Milioni, per il 2010 solo 154milioni, nel 2011 di 149mil. nel 2012 di 152 mil. nel 2013 di 168mili ed infine nel 2014 di 133milioni di euro; tutte queste uscite hanno un valore nettamente inferiore alle entrate e pertanto è legittima la domanda “…ma il resto che fine ha fatto!?”

Vorremmo quindi dire al Presidente dell’INPS, Tito Boeri che forse sarebbe più corretto evitare quelle esternazioni mediatiche e quei proclami; atti solamente ad aizzare la rabbia della gente comune e finalizzati, a nostro parere, solamente a nascondere le ormai più che conosciute “magagne” a cui i vari “boss” e” galoppini” dell’ente istituzionale sono ormai avvezzi. ( Mastapasqua ..docet)

 

 

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