L’ultimo saluto a mons. Giuseppe Calì. A Vittoria nel ricordo del parroco-istituzione

di Francesca Cabibbo – Tra due mesi avrebbe festeggiato settant’anni di sacerdozio. Un traguardo che pochi possono raggiungere. Mons. Giuseppe Calì, uno degli uomini simbolo della storia di Vittoria, era stato ordinato sacerdote il 29 giugno del 1953.

Un uomo che attraversato la storia della città nella seconda metà del secolo scorso fin agli inizi del nuovo millennio. Poi, via via, aveva abbandonato la ribalta cittadina per vivere i momenti di vita privata, nel chiuso delle pareti domestiche.

Le ultime foto pubbliche

Le ultime foto pubbliche, semi ufficiali, sono quelle del compleanno dello scorso anno. Il sindaco, Francesco Aiello, a lui fortemente legato, gli aveva reso visita nella sua casa a pochi passi dal Palazzo municipale, a pochi passi anche dalla sua basilica di San Giovanni, a cui era da sempre profondamente legato. Le foto erano quelle di un’antica e consolidata amicizia.

Aveva ereditato la guida della parrocchia da monsignor Carmelo Ferraro, l’arciprete originario di Santa Croce camerina, quando questi nel 1978 era divenuto vescovo di Patti e successivamente arcivescovo di Agrigento. In precedenza era stato parroco nella chiesa del Rosario, una parrocchia che sorgeva in un quartiere di nuova espansione proprio negli anni in cui la città costruiva il suo boom economico. 

Era stato parroco di San Giovanni per 25 anni. Quando era andato in pensione, lasciando il posto a don Vittorio Pirillo e successivamente a don Salvatore Converso, attuale parroco, non aveva mai smesso di vivere intensamente la città. Uomo profondamente inserito nel tessuto connettivo della sua gente, ne aveva rappresentato un punto di riferimento, figura poliedrica e simbolica. La sua loquacità, la sua grande capacità comunicativa, la sua capacità di dire una parola giusta a ciascuno, sono la sua cifra di sacerdote del popolo, profondamente legato alla sua città e alla sua gente.

Il lutto cittadino e la camera ardente

La camera ardente, nella basilica di San Giovanni, da lunedì mattina è meta continua di fedeli che vogliono salutare per l’ultima volta il monsignore.

La città ha proclamato il lutto cittadino. Lo stendardo comunale campeggia accanto al feretro, vestito con i paramenti sacri, uno degli amministratori presenzia continuamente all’interno della basilica. Su una sedia sono poggiati la stola e il calice, quelli della sua ordinazione sacerdotale.

Il funerale sarà presieduto dal vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa. Sull’altare ci sarà anche il vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, anch’egli profondamente legato a Calì.

Il vescovo ha dato l’annuncio della morte di monsignor Calì, insieme al presbiterio diocesano, alla parrocchia di San Giovanni Battista di Vittoria. «Lo ricordano con affetto – si legge nel messaggio della Diocesi – anche la parrocchia del Santissimo Rosario, gli alunni del liceo classico “Cancellieri”, i tanti sacerdoti che ha accompagnato nel cammino vocazionale (tra cui anche il vescovo di Caltanissetta monsignor Mario Russotto), le generazioni di vittoriesi che lo hanno avuto come pastore, maestro, amico. Negli anni in cui ha retto da arciprete la Chiesa Madre di San Giovanni è diventato un punto di riferimento per l’intera comunità civile ed ecclesiale». 

L’amicizia storica con il sindaco Aiello

Il sindaco Aiello ha salutato monsignor Calì con un messaggio che è insieme personale e istituzionale: «Ci sono dei momenti nella vita di ognuno di noi in cui trovare le parole per salutare un grande amico, nel suo ultimo viaggio, diventa estremamente difficile. Oggi è uno di quei momenti, perché non ci sono mai parole giuste o sufficienti per ricordare quello che Monsignor Calì ha rappresentato per l’intera collettività. Va via un pezzo importante della nostra storia poiché padre Calì era un’istituzione in città e ogni singolo cittadino ha un ricordo e un aneddoto che lo lega  a lui e alla sua lunga vita sacerdotale. Umile, gentile e sempre cordiale, aveva una parola di conforto per tutti. La città non dimenticherà mai il valore della sua azione religiosa e pastorale. Azione forte e coraggiosa che guardava alla dimensione umana come punto d’approdo di ogni confronto civile e religioso. Addio Monsignore, grazie per avermi trattato sempre come un amico sincero, devoto e leale».

(nella foto fedeli e amici rendono omaggio al feretro di monsignor Calì. In primo piano, l’assessore Giuseppe Nicastro) ricerca fotografica di Franco Assenza.

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