È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ITALIA POTRA’ CAMBIARE?
24 Mag 2014 04:19
Se dovessimo giudicare la possibilità d’un auspicabile cambiamento sulla base di quanto ci viene propinato dall’attuale classe politica, saremmo costretti a legittimare la rassegnazione.
Ma questo sentimento non può essere legittimato in quanto è proprio il suo radicamento nella società che presuppone l’impossibilità che le cose possano e debbano cambiare.
Considerato però che tale processo di cambiamento non potrà avvenire ad opera dei politici poiché gli interessi in gioco sono così alti e le cattive abitudini così radicate nei loro comportamenti, peraltro mai adeguatamente puniti, si può conseguentemente dedurre che la strada del cambiamento passa solo da una diversa coscienza popolare e da un doveroso recupero di senso autocritico d’ogni singolo italiano.
Le cose in Italia non sono cambiate perché i politici hanno saputo costruire ad arte un rapporto col cittadino che è l’esatto contrario di quanto dovrebbe avvenire in una democrazia sana.
Sono state le promesse ed i favori dei politici a far perdere l’obiettività ai cittadini; è stato il trionfo dei favori ai portatori di voti a far scomparire la meritocrazia; è stata soprattutto la mancanza di analisi del cittadino che non è riuscito a comprendere che i suoi diritti venivano costantemente barattati per favori e ai quali bisognava corrispondere in termini di consenso.
Ma l’errore più grossolano è stato compiuto negli ultimi decenni da quell’esercito di cittadinii che convinti di non poter più incidere nelle scelte della classe politica, ha rinunciato a combattere la propria battaglia di civiltà, legalità e democrazia, costituendo il più forte partito d’Italia ovvero quello dell’astensionismo.
Rinunciando al diritto-dovere del voto, molti hanno fatto il gioco degli attuali lestofanti.
Cambiare si può, si deve, ma questo processo non può non passare da un esame autocritico del cittadino ; cambiare si può solo se finalmente ciascuno di noi riuscirà per una volta a valutare gli esiti nefasti dell’ultimo ventennio politico; cambiare si deve per il futuro dei nostri figli che credo valgano per ognuno di noi più di quanto possa valere un amico politico incapace e bugiardo.
Mi piace pensare che il partito degli astensionisti, primo in Italia col 42% dell’elettorato sappia recuperare l’orgoglio di contribuire al cambiamento improcrastinabile del proprio paese in Europa; spero che chi da tempo ha rinunciato ad un’analisi dei fatti, sappiano finalmente compiere il primo passo per la nascita di un’Italia migliore e all’altezza di far valere i propri diritti nel contesto europeo; auspico che al di là dei singoli orientamenti politici, ogni italiano comprenda che senza un’azione dal basso nessuna società è mai cambiata.
Se ancora una volta invece dovessimo dimostrare rassegnazione ai misfatti compiuti dalla politica ed incapacità ad una civile protesta, sarà quanto mai meritata la massima che ogni popolo ha il governo che si merita.
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