L’Italia ha bisogno di gas, via libera alla ricerca ed estrazione anche nel mare ibleo

C’è anche il territorio ragusano fra le aree dove si potranno riavviare prospezioni ed estrazioni di idrocarburi. Il ministero per la Transizione ecologica ha pubblicato il decreto di adozione del Pitesai, acronimo di Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (decreto 548 del 28 dicembre 2021). Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 12 febbraio.


Si tratta del provvedimento che mette fine alla moratoria durata tre anni. Con la crisi Ucraina alle porte, l’Italia ha soprattutto bisogno di raddoppiare l’estrazione di gas dal proprio sottosuolo, marino in particolare. Tuttavia, ammesso che si trovi altro gas nel territorio nazionale, l’operazione è tutta da decifrare, soprattutto per i tempi lunghi di attuazione.

L’iter ha visto un complesso lavoro iniziale di mappatura, portata avanti insieme ad istituti di ricerca specializzati (Ispra, Rse), in seguito al quale il Ministero della Transizione Ecologica ha proposto il Piano che è stato così sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), processo che prevede una fase di consultazione interamente pubblica. Il 29 settembre 2021, in linea l’impegno preso, il Piano è stato consegnato dal MiTE avviando così la fase di interlocuzione con la Conferenza Unificata che a dicembre 2021 si è pronunciata positivamente, proponendo il vincolo di valutazione di possibili attività connesse a permessi di ricerca limitandole esclusivamente al gas. Il Pitesai – è scritto nella relazione – ha l’obiettivo di fornire regole certe agli operatori e di accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale definendo le priorità sia in un’ottica di decarbonizzazione, in linea con gli accordi internazionali di tutela dell’ambiente e della biodiversità, che del fabbisogno energetico.

Nelle oltre 200 pagine che accompagnano il decreto si possono scorgere i territori interessati. Nell’Isola spicca il tratto di mare del Canale di Sicilia compreso fra Capo Passero e Capo Lilibeo, al limite delle acque nazionali, entro le 12 miglia nautiche. Le società di estrazione sono autorizzate a cercare sin da subito giacimenti di gas naturale ed attuare gli eventuali investimenti per portare il gas in superficie.

Contrarie al decreto diverse sigle ambientaliste. “Con l’approvazione del Pitesai da parte del MiTE, si compie l’omicidio perfetto del ministro Cingolani al clima. Invece di pensare ad attuare il Pnrr, sostenendo immediatamente le fonti rinnovabili e sollecitando tutte le autorizzazioni legate a questo settore, approva un piano che sospende la moratoria sulle estrazioni di idrocarburi nel nostro Paese.

La cosa gravissima è che l’aumento delle estrazioni non avrà alcun effetto sulle bollette poiché il gas è comunque poco e viene immesso sul mercato internazionale, tra l’altro con costi proibitivi delle tecniche di estrazione che porteranno il prodotto ad avere lo stesso prezzo di mercato di quello attuale”. Lo dicono i co-portavoce nazionali di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi. “Come può il ministro delle Finzione Ecologica sostenere che la lotta contro il caro bollette passi per lo sfruttamento dei nostri giacimenti? E che transizione ecologica sarebbe quella che incrementa l’utilizzo delle fonti fossili? Invece di assecondare la lobby dei fossili, il Ministro dovrebbe emanare immediatamente decreti che consentono di sbloccare i i 110 GW, 95 in Alta Tensione, 10 in media tensione di progetti per le rinnovabili in attesa di approvazione”.

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