LICEO SCIENTIFICO “GALILEI” , TUTTO ARCHIVIATO COME SE I PROBLEMI FOSSERO STATI RISOLTI

Una settimana di manifestazione degli studenti del “Galilei”, la pubblicazione di qualche articolo sulla stampa di alcuni esponenti politici, qualche presenza di circostanza,  l’archiviazione di tutta la questione che aveva spinto gli studenti a manifestare.

Questo potrebbe essere in estrema sintesi l’iter che ha caratterizzato nei giorni scorsi la vicenda del “Galilei”.

A rigore di logica, dovrebbero essere archiviate quelle questioni che hanno già trovato soluzione, purtroppo, come in questo caso, la soluzione manca e cionondimeno non se ne discute più.

Questa vicenda lascia l’amaro in bocca oltre agli studenti, anche ai loro genitori, poiché c’è la diffusa convinzione che il problema sia stato affrontato in maniera non consona, partendo dall’assunto che nulla si sarebbe potuto fare perché certe norme all’interno della riforma Gelmini, non possono essere cambiate dall’intervento d’un dirigente scolastico o da una manifestazione studentesca. Questo è vero perché la politica, molto spesso, non tiene conto del fatto che alcuni settori della società, quali salute ed istruzione, non possono subire le stesse logiche di altri settori, in quanto si tratta  del diritto alla salute e di quello all’istruzione, entrambi sanciti dalla Costituzione.

Tuttavia, la riforma Gelmini non è stata varata ieri mattina, per cui sarebbe stato doveroso che il capo d’istituto, dovendo cambiare (perché imposto dall’alto ) scelte di vita di alcuni studenti, programmazione di alcuni insegnanti, interloquisse con il corpo docente e con gli studenti per addivenire alla conclusione meno traumatica per tutti.D’altronde, lo stesso dirigente scolastico prof. Carrubba, si è espresso proprio ieri in questi termini: se la questione avesse avuto minore eco, si sarebbe potuto far intervenire qualcuno che avrebbe potuto risolvere meglio la questione. Se poi il dirigente, avesse davvero condiviso le tesi degli studenti, avrebbe potuto coinvolgere gli stati più alti dell’istruzione e qualche esponente politico che forse sarebbe riuscito a patrocinare la causa degli studenti, che è il caso di ricordare non hanno chiesto la luna ma il diritto di continuare il corso di formazione scelto e con i docenti con i quali pensavano di andare avanti, nel rispetto delle norme di sicurezza che la legge prevede.

In questa vicenda, la società civile e la politica che conta, dov’è stata ?

Anche queste forme d’assenteismo procurano amarezza !

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