– Licenziamenti, indennità e cassa integrazione Covid, la Cisl condivide allarme Cnel su lavoro in provincia di Ragusa

Ieri il Cnel ha lanciato un allarme sulle condizioni dell’occupazione e del mercato del lavoro. Allarme che, riferito ai dati preoccupanti riguardanti anche la provincia di Ragusa, l’Ust Cisl Ragusa Siracusa condivide pienamente. “L’emergenza sanitaria – afferma il segrerario generale Vera Carasi – si è innestata su precedenti debolezze della nostra economia. Il fatto che tutto questo stia ancora proseguendo, oltre a mettere a dura prova la tenuta stessa dell’economia locale, rischia di produrre una situazione socialmente insostenibile. Ecco perché la Cisl, dal segretario nazionale Annamaria Furlan sino ai livelli territoriali, come nel nostro caso, ritiene indispensabile una proroga del blocco dei licenziamenti, delle indennità e cassa integrazione Covid per tutte le aziende in difficoltà e le categorie di lavoratori e tipologie contrattuali, con un secco no a soluzioni selettive”.

 Ma Carasi sollecita anche gli enti locali territoriali affinché reclamino “un forte investimento su misure di politica attiva del lavoro senza cui le centinaia di persone oggi in cassa integrazione in provincia di Ragusa rischiano, prima o poi, almeno in parte significativa, di cadere nella disoccupazione, con effetti sociali ed economici drammatici. La Cisl, a livello nazionale, ha evidenziato che le risorse in legge di bilancio sono davvero esigue, vanno aumentate e va portato a termine il piano di rafforzamento dei centri per l’impiego: l’assegno di ricollocazione o il nuovo programma Gol servono a poco senza strutture che li facciano funzionare”. Ma c’è un’altra priorità che secondo la Cisl deve essere presa in considerazione. 

“Stiamo parlando – dice ancora Carasi – del potenziamento degli ammortizzatori a regime su criteri di universalità. Questo però non significa smantellare un sistema articolato, che risponde alle specificità dei diversi settori produttivi e delle diverse dimensioni aziendali. Dobbiamo estendere le tutele esistenti a chi è escluso, non rifare ogni volta tutto daccapo. Occorre, insomma, costruire un Patto sociale, sul quale determinare le dinamiche della crescita e dello sviluppo, del lavoro e dell’integrazione nei prossimi anni. E’ la sfida che tutta la provincia di Ragusa, a qualsiasi titolo la stessa sia rappresentata, si deve assumere. Una sfida che ci farà inserire in un contesto più ampio, quella delle priorità da garantire al Mezzogiorno d’Italia”.

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