L’eredità di Walter Manfrè nel Dramma Sacro di Vittoria

L’eredità di Walter Manfrè nel Dramma Sacro di Vittoria. L’attore e regista messinese aveva avviato, anche quest’anno, la rappresentazione del testo classico del marchese Alfonso Ricca che da 150 anni viene rappresentato nel giorno di venerdì santo a Vittoria. È il clou dei riti della Settimana santa e della Pasqua a Vittoria, con un testo legato fortemente alla tradizione locale. A collaborarlo, come lo scorso anno, Andrea Traina che ora ne raccoglie il testimone, portando in scena l’opera “secondo Walter” e firmando le note di regia cui aveva lavorato insieme a Manfrè.

“Walter aveva preparato tutto – racconta Andrea Traina – aveva contattato gli attori, aveva ideato e delineato la scenografia, insieme ad Arturo Barbante. Io avevo cominciato il lavoro a Vittoria, in stretto contatto tra noi. Pensavamo di preparare tutto in attesa del suo ritorno, quando avrebbe concluso i controlli clinici cui si era sottoposto. Invece all’improvviso Walter ci ha lasciato”.

Andrea Traina è vittoriese doc”, con un’esperienza più che trentennale nel Dramma sacro che, come tanti suoi concittadini, conosce a memoria, avendone scandito le frasi e i dialoghi fin dalla più giovane età. “Nel 2020 mi contattarono chiedendomi di portare in scena il Dramma sacro – continua – fui io a chiedere e a suggerire di affidarlo a Walter Manfrè. Forse non ci rendevamo conto abbastanza: a Comiso viveva, da alcuni anni, l’ultimo grande maestro del teatro contemporaneo. Come non approfittare di lui ? Walter accettò, poi cui fu il Covid a fermare tutto. Il Dramma sacro di Walter Manfrè è andato in scena lo scorso anno e anche quest’anno Walter aveva accettato e aveva cominciato a lavorare. Io ora sto cercando di portare in scena ciò che lui aveva pensato e che mi aveva affidato. Con grande emozione e responsabilità”.

Che tipo di Dramma Sacro aveva preparato Walter Manfrè ?

“Walter aveva sfrondato il Dramma sacro di ogni elemento spurio, riportandolo al testo iniziale, senza prologhi e senza epilogo, che spesso oscuravano il cuore della rappresentazione, creavano un ibrido. Spesso, nella cura di queste parti, si trascurava la rappresentazione centrale. Walter ha cercato di ridare dignità teatrale, di rappresentazione a un testo antichissimo e intimamente legato alla tradizione. Io ho cercato di continuare il suo lavoro, di seguire l’impostazione che aveva dato lui. Ciò che porteremo in scena è il Dramma Sacro che Walter ha voluto e pensato. Quest’edizione è sua. Alcune cose ho dovuto però pensarle e completarle: le note di regia, ad esempio, le abbiamo mandate in stampa dopo che lui ci ha lasciato”.

Andrea Traina: “Dobbiamo raccogliere l’eredità di Walter e avere il coraggio di fare cose nuove”

E per futuro ? “Penso che dobbiamo raccogliere l’eredità di Walter e avere il coraggio di fare cose nuove. Ma non pochi mesi prima. Bisogna avere la capacità di programmare. Le sacre rappresentazioni –Walter ne era convinto – sono la congiunzione naturale tra teatro e religione. Bisogna tenere presente tutto questo e trovare la chiave per fare in modo nuovo una cosa antichissima. Bisogna tener presenti due elementi che – nel Dramma sacro di quest’anno – sono emersi in modo particolare e a cui Walter teneva tantissimo: deve essere popolare ed emozionale. Deve essere capace di trasmettere emozione. In questo solco, che lui ha tracciato, si potrà continuare in modo proficuo”

Andrea Traina è collaborato per la regia da Giuseppina Vivera e Salvo Paternò e con Paternò firma anche la Resurrectio della domenica sera, che quest’anno sarà presentato sotto forma di recital.

Gli attori sono Mascia Musy nel ruolo della madonna, Antonella Nieri, nel ruolo della Maddalena, Luca Biagini, attore e doppiatore, nel ruolo di Misandro, Gabriele Rametta, sarà il centurione e Giuseppe Bisogno sarà Nizek, Graziano piazza sarà Nicodemo, Giuseppe Ferlito sarà Giovanni, Tiziana Bellassai sarà la Pia Donna e proporrà un incipit iniziale e lo stesso Andrea Traina darà la sua voce a Giuseppe. Nel coro troveranno posto alcuni giovani allievi dell’International Thèatre centre di Manfrè e altri dell’associazione culturale “Gli Enarmonici” di Gabriella Artimagnella. Le scene e i costumi sono di Arturo Barbante. L’appuntamento è in piazza Calvario (piazza Sei Martiri) il 29 marzo, alle 20,30.

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