LE RICHIESTE DELLA CNA TERRITORIALE DI MODICA ESAMINATE NELLA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO DEL CONSIGLIO COMUNALE

La Cna territoriale di Modica ha posto al centro della conferenza dei capigruppo, tenutasi martedì mattina nella sala Spadaro di palazzo San Domenico, le diverse tematiche riguardanti la zona artigianale di contrada Michelica. E’ quanto affermano il presidente Giovanni Colombo e il responsabile organizzativo Carmelo Caccamo i quali sottolineano di avere innanzitutto apprezzato la disponibilità del presidente del Consiglio comunale Roberto Garaffa nel convocare l’incontro e quella dei capigruppo nell’esaminare le richieste prospettate dall’associazione di categoria. “Nel merito riteniamo molto importante – aggiungono Colombo e Caccamo – l’attenzione attribuita alle nostre istanze da parte del sindaco Ignazio Abbate il quale, ben supportato dal segretario generale dell’ente, Carolina Ferro, ha fornito indicazioni molto precise per superare alcune criticità non solo sull’area di Michelica ma più in generale sulle problematiche degli artigiani in città. Ne è venuto fuori un confronto serrato soprattutto sull’ampliamento della zona artigianale più volte chiesto dalla Cna al fine di evitare di perdere tempo e risorse importanti derivanti dai fondi ex Insicem. Prendiamo atto positivamente del fatto che finalmente in data 24 novembre il Rup, l’ing. Patti, ha trasmesso alla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali e all’ufficio del Genio civile di Ragusa la richiesta di parere di competenza riguardante il progetto di ampliamento dell’area per insediamenti produttivi. Ottenuti i pareri, occorrerà una variante al Prg in Consiglio comunale per l’intera area e poi bisognerà procedere tramite stralcio funzionale per utilizzare i fondi ex Insicem”.

Per quanto riguarda lo stato attuale della zona artigianale, la Cna territoriale ha chiesto lo sblocco immediato della bretella di collegamento verso Musebbi che consentirebbe una via di entrata e di uscita dall’area decongestionando la viabilità. “Abbiamo preso atto – continuano Colombo e Caccamo – della disponibilità ad eliminare finalmente il canone di gestione pagato ogni anno dagli insediati per mantenere il diritto di superficie o di proprietà. Già per l’anno 2014 l’Amministrazione non ha inviato la richiesta di pagamenti. Noi riteniamo che, con un apposito punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale, si possa procedere ad una modifica del regolamento di gestione cassando la parte in cui si fa riferimento ad un canone ormai superato. L’area dovrà avere la stessa dignità di tutti i quartieri della città con illuminazione pubblica e pulizia costante e non a richiesta e a singhiozzo come è stato per tutti questi anni. Dovranno essere garantiti tutti i servizi normali e regolari. La zona artigianale, tra l’altro, rappresenta il biglietto da visita della città e riteniamo sia opportuna la massima attenzione per un’area dove lavorano numerose imprese che danno occupazione a parecchi collaboratori. Inoltreremo una formale richiesta scritta sull’utilizzo del centro direzionale nato per garantire servizi di supporto alle imprese e come luogo per iniziative a favore delle imprese. Oggi il centro è occupato interamente da uffici comunali. E ciò ci sembra eccessivo. Riteniamo opportuno, dopo numerosi anni di impegno delle imprese nell’area, potere avere dei locali a disposizione degli artigiani e delle piccole e medie imprese per potersi riunire e perché siano erogati servizi adeguati alle loro esigenze. Abbiamo chiesto anche chiarimenti sul progetto in fase di realizzazione relativo all’isola ecologica all’interno dell’area. Si tratta di un progetto, già approvato durante l’Amministrazione precedente e oggi in fase di concretizzazione, che ha fatto preoccupare molto le imprese insediate. Occorre vigilare sul giusto funzionamento dell’isola per non trasformare la nostra zona artigianale in una grande discarica”. La Cna territoriale di Modica conclude chiarendo che “siamo soddisfatti per il lavoro svolto ma chiediamo rapidità nello sblocco e nella realizzazione di tutti gli interventi richiesti. Le imprese non possono più aspettare i tempi della politica e della burocrazia e nel frattempo pagare le tasse sui capannoni come se fossero beni di lusso, non tenendo in considerazione che in quell’area si produce e si dà occupazione”.

 

 

 

 

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