Le mamme a Cassì: “Chiudi le scuole”. Nasce un comitato spontaneo e un gruppo

Per il primo cittadino di Ragusa, Giuseppe Cassì, la situazione sanitaria “purtroppo è grave e in via di peggioramento; gli scenari per i prossimi giorni non sono positivi”.

Tuttavia, durante una riunione che si è tenuta ieri, Cassì  ha sottolineato di non aver facoltà di disporre la chiusura delle scuole (chiesta a gran voce anche da un comitato spontaneo di mamme con centinaia di adesioni) ma che i provvedimenti competono a Stato e Regione, dichiarando però che sono al vaglio nuovi provvedimenti per interdire alcune zone della città ed evitare assembramenti.

Un provvedimento, però, come abbiamo sottolineato, che viene chiesto a gran voce dai genitori. Intanto, si è già costituito un gruppo facebook che si chiama “Scuole Ragusa CHIUSE ORA”: “Questo gruppo nasce dalla spontanea volontà di alcune mamme, di chiedere l’immediata chiusura delle scuole di Ragusa, alla luce degli ultimi allarmanti numeri di casi di contagio da coronavirus,di saturazione dei reparti ospedalieri e delle classi ogni giorno chiuse in quarantena. Proteggiamoci ORA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”, si legge nella descrizione del gruppo.

E in una nota diffusa alla stampa dal comitato, si legge:  “Decine le classi chiuse in quarantena, presso ogni istituto di scuola primaria e secondaria di primo grado attualmente aperte in tutta Ragusa; così come decine i bambini in attesa di essere chiamati dall’ASP per un tampone, dopo diversi giorni dall’attivazione del cosiddetto protocollo. Ciò che invece in queste ore, non stiamo rilevando è un atteggiamento responsabile e forse anche coraggioso, da parte del nostro sindaco Peppe Cassì, proprio mentre nella cartina geografia, l’area più preoccupante appare chiaramente quella della provincia di Ragusa. Ci dispiace ammetterlo, gentile sindaco, ma il covid ci ha insegnato negli ultimi 9 mesi, che tutto si può e tutto si deve fare per contrastare questo maledetto virus, che irruento si è imposto nelle nostre vite; non si può il tutto ridurre allo sterile alibi della “non competenza”.

Nella notte tra il 10 e l’11 novembre, mentre il comunicato del sindaco viaggiava tra i social, annunciando che nonostante la situazione fosse estremamente grave, non era di sua competenza la chiusura delle scuole, è nato un gruppo di circa 500 famiglie, il cui numero è destinato fortemente ad aumentare, mentre stiamo scrivendo.

Il gruppo vuole chiedere fortemente, una presa di posizione rispetto alla problematica dei casi positivi nelle scuole e intende chiedere una chiusura immediata delle stesse, almeno per due settimane, e lo farà con tutti gli strumenti a disposizione. Chi può disporre la chiusura delle scuole? Non ci importa, noi siamo genitori e il nostro mestiere è salvaguardare l’incolumità dei nostri figli, a voi esperti e competenti amministratori il compito di decidere quale la strada da percorrere per tutelare una comunità che vi ha scelto per farlo. Ci attendiamo chiare e forti richieste da parte del sindaco, al presidente della regione Musumeci, e confidiamo nel suo essere prima che sindaco, uomo e padre. Ma bisogna farlo ORA e non attendere più”.

 

In realtà, sono molte le voci che a Ragusa chiedono che le scuole vengano chiuse per evitare ulteriori contagi: lo ha chiesto già ieri sera il consigliere comunale dei Cinque Stelle Giovanni Gurrieri, lo ha fatto presente stamani anche il consigliere del PD Mario Chiavola, che ha invitato il sindaco a chiudere tutto ciò che è possibile chiudere.

E in merito alla giustificazione addotta da Cassì durante la riunione di ieri sera, cioè sul fatto che lui non ha potere di chiudere la scuola,  altri sindaci iblei (ad esempio quelli di Ispica e Monterosso) hanno chiuso le scuole di competenza comunale che si trovano nel loro territorio per almeno una settimana, per consentire una più approfondita sanificazione dei locali.

E proprio in queste ore, arriva anche l’appello del segretario del PD cittadino, Giuseppe Calabrese, che continua a incalzare il sindaco su questa materia e fa il paio con ciò che è stato espresso nelle ore scorse dal deputato Nello Dipasquale e dal segretario provinciale del PD, Bartolo Giaquinta: “Cassì lo faccia per la sua città – dichiara Calabrese – osi, abbia il coraggio e tracci la rotta per costringere Musumeci ad agire. Cassì inizi col chiudere le scuole di ogni ordine e grado. Dobbiamo fermare la curva dei contagi o molti innocenti pagheranno con la vita. Ordini all’assessore alla Pubblica Istruzione di smetterla di giocare con le cartoline didattiche stampate per sensibilizzare i ragazzi su cose che sanno ormai da quasi un anno cioè disinfettare, proteggersi, prevenire.

Servono azioni forti, serve tirare fuori gli attributi. Non ha prezzo evitare che vite umane vengano sacrificate per l’economia o per scelte sbagliate di altri. Con forza, noi del Partito Democratico siamo pronti a stare al fianco del sindaco se solo, anziché balbettare, prendesse posizioni, decidesse, a tutela della salute dei ragusani, di costringere Musumeci a chiudere Ragusa e provincia. Diversamente, anche se impopolare, continueremo la nostra battaglia. Purtroppo siamo primi in Sicilia come contagio (rapporto positivi e popolazione residente), le terapie intensive sono piene e nei prossimi giorni si rischia una vera ecatombe. Facciamolo insieme per una volta e dimostriamo di essere tutti ragusani”.

Infine, anche il gruppo consiliare dei Cinque Stelle, dichiara: “L’atteggiamento del sindaco di fronte all’esplodere dell’emergenza nella nostra città è preoccupante, afferma candidamente che è in attesa delle decisioni del governo regionale e di quello nazionale, mostra di non voler prendere decisioni né di alzare la voce contro i responsabili delle criticità che oggi emergono. Lo stesso atteggiamento tenuto per l’ultimo assembramento al porto di Marina la dice lunga sulle reali intenzioni del primo cittadino, basterebbe vietare l’ingresso al porto a chi non ha una barca ormeggiata per risolvere una questione che dura dall’estate”.

 

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