LE ASI DIVENTANO ENTI PERIFERICI DELLA REGIONE AL SERVIZIO DELLE IMPRESE

Il disegno di legge, concepito dall’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, si basa su tre principi cardine: risparmio, efficienza, sviluppo del tessuto produttivo siciliano. La riforma del sistema dei consorzi Asi in Sicilia, analizzata ed apprezzata dalle parti sociali e dalle associazioni di categoria, fa un passo avanti e, con voto unanime, è stata approvata dalla Commissione legislativa Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana. L’Assessore Venturi non nasconde la sua soddisfazione per un risultato cui ha intensamente lavorato, atteso da oltre venti anni. Per diventare legge però il testo dovrà ancora andare in commissione Finanze e poi essere approvato dal parlamento. “Questa riforma è fondamentale per cercare di dare alla Sicilia una organizzazione più moderna e al passo coi tempi del sistema che governa e gestisce il tessuto produttivo della nostra isola. Così come erano concepiti i consorzi Asi – spiega Venturi – erano oramai incapaci di corrispondere alle esigenze delle imprese e del territorio.

Carrozzoni, talvolta, e comunque di difficile governabilità per la pletoricità dei componenti degli organi di amministrazione. Proprio per questo il disegno di legge prevede, tra le altre cose, la soppressione dei consigli di amministrazione e la conseguente istituzione dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle Attività produttive (Irsap)”. L’Istituto sarà il risultato dell’accorpamento tra più uffici periferici che saranno sportelli unici e svolgeranno prevalentemente attività di servizio alle imprese (per esempio esamineranno ed approveranno i piani regolatori, rilasceranno le concessioni edilizie, ecc). Quello previsto da Venturi sarà quindi un organismo snello, rapido ed efficiente per dare risposte celeri ed in tempi certi, comportando anche un notevole risparmio in termini di costi. “Una operazione nell’ottica di semplificazione burocratica, che prevede anche la diminuzione dei direttori generali (dagli undici attuali a uno) ed il taglio a quasi ottocento posti di sottogoverno, per un risparmio stimato complessivo per le casse regionali, con riforma a regime – conclude Venturi – tra costi diretti ed indiretti, di circa 4 milioni di euro l’anno”. (Laura Curella)

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