L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE ZANOTTO REPLICA AI CONSIGLIERI MASSARI E IACONO

 

In merito alle dichiarazioni dei consiglieri comunali Giorgio Massari e Giovanni Iacono a proposito dell’installazione degli Ecopoint a Ragusa, interviene l’assessore comunale all’Ambiente, Antonio Zanotto.

“Evito volutamente qualsiasi riferimento polemico al contenuto della nota dei due consiglieri. Ma ritengo opportune alcune precisazioni, in quanto non posso permettere, trattandosi di materia ambientale, che vengano veicolati messaggi non corretti. L’ Amministrazione Comunale, per quanto possa incentivare e promuovere comportamenti virtuosi e per quanto possa favorire o creare le condizioni per lo sviluppo del tessuto produttivo e delle iniziative private, non può, in nessun caso, far precedere questi interessi, legittimi ma forzatamente limitati, all’unico criterio guida, ossia l’interesse pubblico. E sorprende il fatto che due consiglieri comunali navigati quali Massari e Iacono, non comprendano che l’Amministrazione Comunale ha agito esattamente su questa linea di condotta, sulla quale, sono certo, entrambi concorderanno. Nel merito dell’iniziativa, infatti, devo anzitutto precisare che il Comune è un soggetto marginale, in quanto l’iniziativa stessa riguarda un accordo tra soggetti privati. Non vi è nulla di scritto, quindi, proprio perché gli accordi non prevedevano un coinvolgimento diretto del Comune, ma solo la possibilità di attivare una scontistica per la Tari sul materiale raccolto. E voglio sottolineare, per maggiore chiarezza, che ad oggi il Comune non ha ricevuto alcun quantitativo certificato del materiale raccolto. Peraltro il sottoscritto venne appunto invitato, in occasione dell’inaugurazione, per presentare il progetto di educazione al riciclo promosso da un soggetto privato, iniziativa meritoria ma che, ovviamente, non vedeva affatto il Comune protagonista. Ed in tutte le occasioni, dirette ed indirette, il sottoscritto ha sempre ribadito ai diretti interessati la cornice del ruolo del Comune in questa vicenda, a quanto pare rimanendo purtroppo inascoltato. Su questo, e sull’aspetto legato ai flussi di ritiro del materiale, voglio riportare integralmente i vari passaggi per maggiore chiarezza. Come specificato sia negli articoli 184 (comma 2) che 198 del d.lgs. 152/06 la proprietà del rifiuto urbano è del Comune, il quale ne dispone la regolamentazione con regime di privativa sulla raccolta, senza alcuna differenza tra l’avvio a recupero o smaltimento. La partecipazione delle ditte private si riferisce ad aziende che operano nel campo del riciclo e del riuso ma non della raccolta, oppure, previa iscrizione all’albo dei gestori ambientali, nella raccolta di rifiuti speciali prodotti da aziende, stipulando accordi diretti con le ditte private, laddove non esista il diritto di privativa del comune. I rifiuti giacenti su suolo privato ad uso pubblico (come nella fattispecie), sono comunque rifiuti urbani soggetti a privativa da parte del Comune. L’eventuale rimozione dal flusso cittadino, da un lato comporterebbe una diminuzione ingiustificata della percentuale di RD, il cui valore non rispecchierebbe quello reale. E nel contempo, per effetto delle previsioni dell’attuale capitolato che regolamenta il servizio di igiene ambientale, esporrebbe il Comune a probabili contenziosi con la ditta di igiene urbana che attualmente ne incassa i proventi. Anche nel caso in cui i proventi fossero incassati dal Comune, infine, si produrrebbe un mancato introito del Comune con possibile danno all’erario. Sostenere progetti che invoglino al riciclo, che in questo caso, peraltro, è un concetto non esattamente appropriato (obiettivo primario dovrebbe essere la riduzione dell’utilizzo della plastica in sè) quindi, è sempre stato un obiettivo prioritario, a patto che ciò non comporti un aggravio di spesa nel comparto, che determinerebbe un aumento della TARI per i cittadini. Il surplus lavorativo della impresa di igiene ambientale per svuotare gli ecoraccoglitori agli attuali ritmi, come affermano i due consiglieri, è quindi compensato dal maggior incasso per il conferimento della plastica e pertanto non comporta alcun aggravio di spesa per il Comune e quindi per i cittadini. Aspetti questi che sono stati ampiamente illustrati e condivisi sia durante gli incontri già effettuati che nel corso di varie interlocuzioni avute con i soggetti interessati. Per questo non è presente, a mio avviso, alcuna contraddizione né con la normativa europea e nazionale, né con i principi economici previsti nella Costituzione Italiana. Le normative, spesso farraginose su altri temi, in questo caso mi sembrano piuttosto chiare. Per quanto mi riguarda, infine, valorizzare le idee innovative è sempre positivo, a patto che, ad esempio, si attui un regime di concorrenza reale, con procedura di evidenza pubblica e, come già detto, ciò non comporti un maggiore onere per le finanze dei cittadini, come peraltro ampiamente dimostrato in questo caso. Per questo esistono le cornici normative e legislative, al fine di scongiurare eventuali situazioni spiacevoli. La libera impresa e la valorizzazione di idee innovative, ritengo non possa prescindere da considerazioni legali ed, aggiungo etiche, che rappresentano l’unica possibile cornice in cui l’ente pubblico è chiamato ad operare. Infine, mi sia consentito, una volta per tutte, di precisare il dato sulla raccolta differenziata: il dato attuale della differenziata è al 23% e non al 17%. Non capisco come si continui ad affermare il contrario. E questo risultato è stato ottenuto proprio grazie alle numerose iniziative, in primis l’attivazione delle bilance pesarifiuti nei CCR comunali, che hanno consentito un aumento deciso della raccolta differenziata, peraltro con una scontistica sulla TARI in base ai comportamenti virtuosi degli utenti, a testimoniare la profonda aderenza dell’operato dell’Amministrazione Comunale agli obiettivi programmatici fissati”.

 

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