L’ANFFAS INCONTRA IL DOTT. ARICO’

Spesso non disporre di una tempestiva assistenza o di servizi adeguati può davvero fare la differenza, specie se si parla di bambini tracheotomizzati, impossibilitati a muoversi, non vedenti e/o non udenti, che vivono in una condizione di costante precarietà.

 

Proprio per manifestare il forte disagio che tale precarietà comporta alcune famiglie della Provincia hanno incontrato il Responsabile dell’ASP7 di Ragusa, il Dott. Aricò, insieme al CSR e alle Anffas di Modica e di Ragusa.

Le mamme presenti hanno riferito dei tanti disservizi che, nel corso degli anni, hanno messo seriamente a rischio la vita dei loro figli, come le lunghissime ed estenuanti ore di attesa o, nei casi più critici, il trasporto in elisoccorso fino a Palermo a causa dell’inadeguatezza delle strutture o del personale preposto.

Da queste infelici esperienze è nato un progetto sostenuto da tutte le associazioni del territorio e denominato “Libero Accesso”, che predispone percorsi di accoglienza e invio di pazienti non collaboranti sia minori che adulti e che le famiglie in questa occasione hanno voluto presentare.

 

Il dottor Aricò, consapevole del fatto che qualche mancanza nel fronteggiare tali emergenze in effetti c’è stata, si è quindi impegnato personalmente a mettere in condizione ogni ospedale della sua ASP di accogliere qualunque tipo di paziente, anche minori gravissimi (come i casi che gli sono stati presentati), facendosi carico della formazione del personale adeguato e del potenziamento dei reparti di pediatria a Ragusa e di neonatologia a Modica e Vittoria.

 

Nello stesso segno si colloca un’iniziativa poco tempo fa intrapresa dall’Anffas che ha proposto a tutti i comuni del Distretto di presentare una mozione, così come avvenuto a Modica, per l’istituzione di nuove unità riabilitative nel proprio nosocomio a vantaggio di persone disabili e non solo.

 

Un altro aspetto importante dell’incontro ha riguardato i servizi: la scarsezza delle risorse da destinarvi è, purtroppo, questione nota ma le stesse famiglie fanno presente come molti sprechi potrebbero essere evitati se ci fosse la possibilità di applicare l’articolo 14 della legge 328/00 che, grazie ad un progetto personalizzato, mette in luce i bisogni della persona a 360 gradi, assegnandole effettivamente ciò di cui necessita piuttosto che servizi e risorse che, di conseguenza, potrebbero essere destinati altrove.

 

Affinché però questa “fotografia” della persona sia possibile, è necessaria una UVD (unità di valutazione della disabilità) che presso l’ASP in questione non è ancora stata istituita ma che il Responsabile dell’ ASP, facendosi carico del bisogno di tante altre famiglie oltre a quelle presenti, si è impegnato a costituire in modo da ottenere, finalmente, dei progetti di vita e, con questi, degli interventi mirati.

 

 

 

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