L’ALBA DEL NUOVO MANCHESTER CITY DI GUARDIOLA

Dopo ben quattro stagioni, condite solamente dalla conquista di un campionato e di due coppe di lega, l’era dell’allenatore cileno Manuel Pellegrini è stata bruscamente interrotta per mano dello sceicco Mansur, indispettito non solo dalla mancanza dei risultati attesi ma anche dall’espressione di gioco tutt’altro che eccelsa messa in campo dal team dell’ingegnere. Data l’ormai più che palese necessità e voglia di una svolta radicale, la proprietà non ha badato a spese, triennale da circa venticinque milioni di euro a stagione, andando a prendere il miglior allenatore su piazza: Pep Guardiola. Per riuscire a far applicare il proprio calcio, il tecnico catalano ha richiesto una notevole quantità di soldi da poter utilizzare sul mercato, essenzialmente alla ricerca di due categorie di giocatore: top players completamente affermati ed all’apice della loro carriera e giovani dall’indiscutibile potenziale che, tuttavia, devono ancora scrivere concretamente il proprio nome nel gotha del calcio europeo e mondiale. Della prima categoria fanno parte Gundogan, metronomo del centrocampo, bravo sia a dettare i tempi ad inizio azione che ad inserirsi in zona offensiva; e Nolito, ala sinistra dagli ottimi dati sia in quanto ad assist che in chiave realizzativa, è senza dubbio uno dei maggiori esponenti contemporanei del “tiro a giro alla Del Piero” sul secondo palo; mentre rientrano nel secondo agglomerato i vari Stones, il miglior prospetto inglese nel ruolo di centrale difensivo, mix ideale di velocità, senso della posizione e tecnica; Sanè, esterno offensivo dallo spiccato talento, con un mancino che ricordo abbastanza quello dei grandi giocolieri slavi dello scorso secolo e Zinchenko, trequartista ucraino dalle caratteristiche estremamente simili all’appena citato collega tedesco (mancino, tecnico), seppur leggermente meno dinamico, tanto da preferire una zona nettamente più interna del campo. In questi ultimi dieci giorni della campagna trasferimenti 2016/17, la rosa dei citizens dovrebbe essere ulteriormente arricchita dall’acquisto dell’estremo difensore del Barcellona Claudio Bravo, pedina fondamentale per la sua capacità, tra le molte altre, di saper giocare benissimo il pallone con i piedi, elemento imprescindibile al fine di sviluppare al meglio le idee di gioco dell’ex play catalano (diversamente da Hart, ormai prossimo ad una storica cessione all’Everton).

Metamorfosi Filosofica: al netto dell’esiguo tempo alla guida della compagine blu di Manchester, Guardiola è già riuscito ad inculcare nella testa dei suoi giocatori i capisaldi del proprio credo calcistico. I principali sono i seguenti: possesso palla (media del 70% nei primi tre impegni ufficiali della stagione), recupero della sfera attraverso un veloce e coeso pressing offensivo ed il giocare con una difesa alta, al fine di accorciare in lunghezza il campo ed avere maggiori opportunità di comandare il gioco. Oltre a ciò, meritano un focus ulteriori due aspetti per nulla trascurabili, quali: l’inizio azione e la mentalità vincente. Il primo aspetto presenta la consueta “salida lavolpiana” (La Volpe tecnico argentino di inizio secolo, che oltre a proporre nuove ed estremamente interessanti opzioni tattiche, ha gettato le basi della progressiva escalation della nazionale e dell’intero calcio messicano), con il volante davanti alla difesa che si abbassa ed i centrali difensivi che si allargano, creando una sorta di difesa a tre. Tuttavia, la novità portata da Pep riguarda i due terzini, i quali piuttosto che salire sulle rispettive fasce, divenendo delle vere e proprie ali, si accentrano davanti al suddetto terzetto trasformandosi in centrali di centrocampo. Questi movimenti, fanno si che l’iniziale 4-1-4-1 mutui in un pittoresco 3-2-4-1, utile a favorire una significativa presenza in zona centrale che, grazie alle indubbie capacità di palleggio dei giocatori in maglia blu, facilita di molto l’iniziale rapido e geometrico sviluppo dell’azione. Per quel che concerne il fattore mentalità, le gare esterne contro Steaua Bucarest e Stoke City hanno evidenziato come l’undici di Guardiola, una volta raggiunto il vantaggio, non si accontenti e provi a cercare ulteriori marcature, ben quattro negli ultimi dieci minuti nei due match sopracitati, al fine sia di chiudere le contese che di accorciare i tempi di assorbimento totale dei dettami tattico-comportamentali del condottiero catalano.

 

Prospettive Future: già all’arrivo del tecnico ex Bayern, tutti gli addetti ai lavori su scala internazionale vedevano il connubio Guardiola-Manchester City, inteso sia come investimenti societari a lungo termine che qualità attuale della rosa, come un binomio eccezionale e di sicuro, ottimo, avvenire. Adesso, dopo tre prestazioni molto incoraggianti, il parere unanime non può che uscirne ulteriormente rafforzato, dato che in così poco tempo ed a mercato ancora aperto si percepisce come i giocatori abbiano già assorbito molto del guardiolismo. Ciò detto, con tanto tempo ancora a disposizione per lavorare sul campo, come piace a Pep, la parte blu di Manchester potrebbe, o meglio potrà sicuramente, diventare molto ma molto rumorosa (i famosi noisy neighbors citati in passato da Sir Alex Ferguson).                    

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