L’addio a Giovanni Scarso: un uomo perbene

“Un uomo per bene. Un galantuomo. L’uomo del dialogo. L’amico di tutti”.

Con queste parole, gli amici e la città di Vittoria hanno salutato Giovanni Scarso, l’ex commissario della Provincia regionale di Ragusa (oggi Libero Consorzio) che si è spento venerdì all’età di 88 anni. Il rito funebre, nella chiesa di san Giovanni battista a Vittoria, è stato celebrato da don Beniamino Sacco. Erano presenti i gonfaloni del comune di Vittoria e del Libero Consorzio di Ragusa.

Scarso, commendatore e Cavaliere al merito della Repubblica, era stato un esponente di spicco della Democrazia Cristiana. Avvocato, aveva lasciato la professione forense per assumere l’incarico di direttore del Consorzio di Bonifica Valle dell’Acate. Il suo fu un ruolo importante, specie negli anni del boom economico di Vittoria che sull’economia agricola e sul sistema innovativo delle serre si poggiava per avviare la sua nuova stagione economica e sociale. Il Consorzio di Bonifica garantì l’approvvigionamento idrico anche alle aziende che ne erano prive. Lasciata la guida del Consorzio ritornò alla professione forense, fu componente del consiglio d’amministrazione dell’azienda sanitaria e componente della Commissione tributaria di secondo grado e della Commissione Tributaria Regionale. Da giovane, negli anni ’70, aveva ricoperto l’incarico di consigliere comunale della Dc, consigliere di minoranza in una città guidata dal partito Comunista che in alcuni anni ebbe anche la maggioranza assoluta. Giovanni Scarso era stato anche giornalista e, per un breve periodo, corrispondente del Giornale di Sicilia.

Una cerimonia sobria, semplice e solenne. Sui banchi tanti amici di Giovanni Scarso, il sindaco Francesco Aiello con la giunta al completo, il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, la commissaria del Libero Consorzio Patrizia Valenti, gli ex parlamentari Giovanni Mauro, Saverio La Grua e Franco Antoci (quest’ultimo anche nei panni di ex presidente della provincia regionale; dopo il suo mandato decennale si avviò la lunga fase dei commissariamenti, che non si è ancora conclusa), i deputati regionali nello Dipasquale e Giorgio Assenza, vari dirigenti del Libero Consorzio, alcuni consiglieri comunali, numerosi amici e professionisti, ex colleghi nei numerosi incarichi ricoperti. All’esterno, sulla facciata della chiesa, c’erano le corone di fiori di nello Dipasquale e di Piero Gurrieri (ex candidato sindaco), insieme ai fratelli Franco e Paola

A conclusione della celebrazione lo hanno ricordato l’amico Giulio Branchetti, il sindaco Francesco Aiello e il figlio Carmelo, primario del reparto di Pronto Soccorso a Modica.

Aiello lo ha ricordato come giovane consigliere comunale della Dc negli anni in cui egli stesso, ancora adolescente, muoveva i primi passi nell’agone politico. Entrambi abitavano nel quartiere storico di San Giovanni. “Sono qui non solo come sindaco, a nome della città, ma come Francesco Aiello, suo amico” ha detto e ha ricordato la sua “capacità di costruire relazioni positive con tutti” ed ancora le lunghe passeggiate di Giovanni Scarso con il senatore comunista Filippo Traina e con egli stesso nella piazza principale della città. “Una persona perbene, capace di costruire ponti e dialogo” ha detto il primo cittadino. Il figlio Carmelo ha ricordato il “grande attaccamento alla famiglia” unito al “grande rigore morale al servizio della collettività”.

“Un grande amico, una persona che ho stimato – ha detto l’ex deputato Saverio La Grua – ero legato a lui da rapporti personali e professionali. Ha ricoperto importanti incarichi pubblici e ha lavorato senza mai fermarsi al servizio della collettività”.

Giorgio Assenza lo ha ricordato anche come collega. “Ero presidente dell’Ordine degli Avvocati – ricorda – Giovanni, appena concluso il suo mandato al Consorzio di Bonifica, volle reiscriversi all’Ordine. Mi diceva sempre: ‘Dammi qualcosa da fare. Fu anche membro della commissione d’esami per l’esercizio della professione forense e componente del consiglio di disciplina del Distretto di Corte d’Appello di Catania. Arturo Barbante, ex docente a animatore della vita culturale della città lo ha definito “un fraterno amico. Con lui c’è sempre stato un rapporto di grande stima. Eravamo soliti ritrovarci, fino a qualche tempo fa, nello studio del notaio Giuseppe Traina”.

In età matura Giovanni Scarso si era dedicato alla scrittura. Aveva raccontato in un libro la storia della sua famiglia e di se stesso bambino, incastonandolo in un contesto di storia cittadina, una sorta di “microstoria locale” in cui personaggi, fatti ed eventi riemergevano dalle pieghe del passato. Poi pubblicò una seconda opera “Storia del contadino di Vittoria” anch’essa connaturata da una profonda conoscenza della sua terra e dei personaggi, anche minori, che la abitavano, in un contesto sociale in cui al piccolo contadino o al bracciante degli anni del dopoguerra si sostituì il piccolo proprietario terriero e la costellazione di piccole aziende padronali che hanno caratterizzato gli anni del boom dell’agricoltura vittoriese.

Fu l’ultima fatica letteraria dell’avvocato Scarso. Gli ultimi anni sono stati quelli del riposo, in un rapporto però costante con gli amici di sempre. Le sue telefonate arrivavano ed egli era sempre presente nella vita di tanti. Conosceva il suo territorio e la sua città come pochi e l’ha amata fortemente.

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