LA TRUFFA DEGLI APPALTI DEL CAS – CONSORZIO AUTOSTRADALE SICILIANO

Nell’ambito di una inchiesta denominata “Tekno”, uomini della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania hanno eseguito misure cautelari che prevedono la sospensione dalla professione, nei confronti di sei tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas).

 

I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l’ordinanza su richiesta della Procura, sono, a vario titolo, peculato e falsità ideologica. Le indagini, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas. nell’inchiesta ci sono una cinquantina di indagati.

Personale della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania sta eseguendo misure cautelari, che prevedono la sospensione dalla professione, nei confronti di dodici tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas). Nell’inchiesta ci sono una cinquantina di indagati.

C’è anche un sindaco di un Comune della fascia tirrenica del Messinese tra i 12 dipendenti coinvolti. Il provvedimento riguarda la professione e non il suo ruolo di amministratore pubblico, estraneo all’inchiesta. Al centro delle indagini ci sarebbe la percentuale di circa il 2% che spetta per legge a chi segue appalti pubblici, pagata alla fine dei lavori. Secondo l’accusa molti progetti per cui sarebbero stati incassati i soldi non sarebbero stati conclusi o, addirittura, neppure esistiti. Il danno per il consorzio in due anni è stato stimato in oltre un milione di euro, e la Dia, in esecuzione del provvedimento del Gip, sta eseguendo, oltre a perquisizioni domiciliari e negli uffici, anche un sequestro beni equivalente per lo stesso importo. I dipendenti coinvolti nell’inchiesta sono complessivamente 57, indagati dalla Procura di Messina, per 12 di loro è stato emesso il provvedimento di sospensione.

    I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l’ordinanza su richiesta della Procura, sono, a vario titolo, falso, abuso d’ufficio e truffa. Le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas. 

E sulla vicenda si registrano le dichiarazioni del presidente del Cas.
Il Presidente Rosario Faraci – profondamente rammaricato per gli  sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al 2012 e 2013 –  manifesta, anche a nome della Amministrazione e della Direzione  Generale, la totale fiducia nell’operato della Magistratura.  Il CAS procederà, secondo legge, ad adottare ogni conseguente  provvedimento, come per legge, nei confronti dei dipendenti in servizio  destinatari delle misure interdittive disposte dal Magistrato.

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