LA STRUTTURA NELLO SPAZIO DEL TEATRO TENDA E’ PRONTA

Sono dodici i box che nello spazio del teatro tenda ai Petrulli di Ragusa ospiteranno il famoso e tanto atteso “mercatino dell’agricoltore” istituito dalla Regione e realizzato dal Comune che ha potuto, uno dei pochi enti locali in provincia, fruire anche dei contributi. Di che i tratta in sintesi? La legge che consente ai produttori di derrate agricole,frutta,verdura etc, di vendere i loro prodotti per accorciare la filiera fino al consumatore ha avuto uno sbocco pratico e, speriamo, positivo con questi mercatini che finanziati dagli Enti locali tramite la Regione consente ai produttori singoli o riuniti in associazioni di vendere direttamente al pubblico i loro prodotti abbattendo i i prezzi finali ma guadagnandoci di più di quanto possa garantire la vendita al grossista, con l’intervento del mediatore, con il trasportatore, con la struttura commerciale che paga il nostro pomodorino quattro soldi, lo porta nelle piattaforme ad esempio di Bologna o di Milano, lo vende alla struttura commerciale anche di Ragusa, prende il pomodoro, lo riporta a Ragusa e con tutti questi giri di valzer, il prezzo sale alle stelle a volte del 400-500 per cento ed anche più. In questo modo solo due passaggi: produttore e consumatore e basta. Speriamo in due cose: la prima che il produttore non faccia il furbo e non passi prima dalla bottega per vedere il prezzo di vendita ed…adeguarsi; la seconda che il consumatore abbia merce di qualità al prezzo giusto e che il mercatino funzioni non come in via sperimentale ogni quindici giorni, ma almeno ogni settimana, ad esempio il venerdì, se non tutti i giorni, perchè i costi della struttura sono identici: vigilanza, pulizia, custodia, parcheggio etc etc etc  sono annuali ed identici indipendentemente dalla frequenza di utilizzo del mercatino stesso. Nei mesi scorsi qualche ipermercato ha sperimentato l’utilizzo della stessa legge istituendo nella propria area di servizio il “mercatino del contadino” che ha consentito ai consumatori di acquistare uva, arance, mandarini e…finocchi a prezzi stracciati. Poi però non c’è stato un seguito e possiamo capire il perché! Ora pare che altre strutture commerciali, con la consulenza di qualche esperto, vogliano riprendere l’esperimento e sarà un bene per i consumatori che potranno persino confrontare qualità e prezzi dei prodotti “dell’agricoltore con quelli del contadino”. Chi vincerà? 

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