La storia: la vittoria di Gabriele, imprenditore ragusano alla maratona di New York. FOTO

Non è arrivato al primo posto e dunque non è salito sul podio di quella gara, ma la sua vittoria, e il suo podio, l’ha conquistato ugualmente. E’ la storia di Gabriele Dovis, ragusano d’adozione, noto imprenditore ibleo, alla guida di un’impresa che ha clienti in tutto il mondo. La sua è una storia da raccontare e a cui ispirarsi. Ha combattuto con tutte le sue forze per poter cambiare. Cambiare se stesso. E ci è riuscito. Poco meno di due anni fa il suo peso era decisamente eccessivo.

Dal divano al cambiamento della sua vita

Gabriele era molto molto robusto. Vita sedentaria, alimentazione scorretta, poco movimento, stress. Tutti fattori che, come ci insegnano i medici, contribuiscono a rallentare il metabolismo e rendere “fermo” il nostro corpo. Un corpo in sovrappeso che naturalmente non consentiva a Gabriele una vita agevole. Affaticato, a volte sfiancato. Poi ha scelta di cambiare, di iniziare a muoversi, di non restare, come era avvenuto durante il covid, sul divano, magari seguendo i tutorial online di come si fa la pizza in casa. Gabriele ha invece colto l’occasione per riflettere su se stesso e auto-lanciarsi una sfida: trovare la sua forma.

“Avevo paura di morire”

Ha scelto di controllare meglio la sua alimentazione, di camminare di più, di modificare il suo stile di vita. Un impegno costante e quotidiano, una battaglia da perseguire e da vincere. E poco per volta il suo impegno è cresciuto sempre più. “Poco prima di compiere 40 anni ho sviluppato una crescente paura di morire, causata anche e soprattutto dal forte sovrappeso – ci racconta – Avevo provato, negli anni, tante diete, ma sempre con successi effimeri. Sempre accompagnate da sport, che ho sempre amato, e che oltre a farmi perdere qualche grammo mi facevano divertire. Una sera, l’illuminazione. Lo sport mi serve, ma devo fare qualcosa che mi dia l’adrenalina della sofferenza. Non mi devo divertire, devo avere un obiettivo. Così ho scelto la cosa più lontana da me, correre. Infatti avevo sempre criticato quei “pazzi” che correvano senza inseguire un pallone, una palla o una pallina. Cosa li porta a fare una cosa così alienante e stancante? Mi chiedevo. Così, dopo aver cercato “iniziare a correre a 40 anni” e trovato grazie a google gli stessi 2 consigli su decine di siti (prendi atto del fatto che hai 40 anni e non 20, e comprati un buon paio di scarpe), mi sono alzato dal divano e sono andato a correre. Io, che non riuscivo a fare il giro del palazzo. Anzi, quale giro del palazzo. Nemmeno un lato!” 

Andare avanti sempre

E così alla semplice passeggiata ha aggiunto metri in più, fino a diventare chilometri. Insieme ad una migliore alimentazione e un cambiamento delle proprie abitudini, Gabriele è riuscito a perdere via via peso e a raggiungere un’ottima forma fisica. Una battaglia praticamente vinta. Ma rispetto alla quale non si è fermato. Ha scelto di continuare ad allenarsi e di praticare maggiore sport. E così ha iniziato anche ad occuparsi di corsa e di atletica. Ha modificato fortemente le sue abitudini piuttosto che restare inerme e piangersi addotto. Un vero e proprio esempio.

La gara da 42 km

Alcune di queste competizioni l’hanno portato a potersi qualificare e a poter partecipare ad una sfida decisamente impegnativa e impattante. Una maratona. E non una semplice maratona, ma quella, famosissima, di New York a cui ha partecipato lo scorso ottobre. Gabriele è andato e su quella linea di partenza, assieme a migliaia di partecipanti provenienti da tutto il mondo, c’era lui. In quel momento di piena concentrazione, quando davanti hai da percorrere ben 42 chilometri, probabilmente in quella linea di partenza c’era lui soltanto. Lui con il suo passato, lui con la sua sfida personale, lui con la sua forza, con la sua determinazione. Segnale verde e partenza. Correre lungo quelle strade, tra i grattacieli della Grande Mela, è stata senza dubbio un’esperienza straordinaria, che non dimenticherà facilmente, ma soprattutto ha rappresentato il coronamento di una sfida che l’ha portato ad attraversare perfino l’oceano e a competere di una straordinaria e avvincente gara. Ma prima di tutto è stata la competizione per la sua stessa vita quella che ha vinto e portato a compimento con successo.

La medaglia che segna la sua vittoria personale

E quella medaglia che gli è stata consegnata a fine gara a New York, è senza alcun dubbio meritata. Lui che guida Mosaicoelearning, e fa formazione con migliaia di persone in tutto il mondo, potrà adesso raccontare anche la sua esperienza personale, e da motivatore magari far scattare in altre persone la stessa incredibile forza di volontà che in poco tempo l’ha portato ad un cambiamento straordinario, da uomo sul divano a maratoneta. E in questo cambiamento sua moglie e le sue figlie l’hanno motivato ancor di più. Un successo condiviso e da cui prendere esempio.

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