La storia del sindacato e la sua evoluazione ai tempi del covid: Anteas Ragusa a confronto con Bruno Manghi

Cosa resta del sindacato degli anni Settanta e Ottanta nel sindacalismo moderno? E’ il pesante interrogativo sottoposto all’attenzione di Bruno Manghi, sociologo e sindacalista, già assistente di sociologia all’Università Cattolica e già collaboratore di Romano Prodi negli anni del suo primo Governo, oltre ad essere stato direttore del centro studi Cisl, nel corso della nuova iniziativa online promossa da Anteas che ha fatto registrare una consistente partecipazione. “Il sindacato – afferma Rocco Schininà, presidente di Anteas Ragusa – ha una storia secolare. Mentre i primi passi del sindacalismo moderno sono stati mossi in Inghilterra, in Italia il sindacato ha trovato una dimensione, diciamo così, più umana, più legata alle testimonianze di valori da trasmettere agli altri”.

Manghi ha spiegato che parecchie cose sono cambiate negli ultimi decenni, dalle tecnologie, al lavoro stesso, alla dislocazione dell’attività umana, per non parlare della mondializzazione. “La mia generazione – ha sottolineato Manghi – vedeva l’ambito dell’occupazione come un vero e proprio ambiente di lavoro. Oggi, forse, per tutte le ragioni di cui abbiamo parlato, non c’è più la stessa motivazione.

E questa percezione si è amplificata nell’ultimo anno e mezzo caratterizzato dal Covid. Ci ricongiungiamo, però, a un lungo passato in cui Cgil, Cisl e Uil rappresentano, oggi, la più grande organizzazione europea della terza età”. Già nel 1977, Manghi, in uno dei suoi libri, scriveva che “quello che sembra più preoccupante è l’indebolirsi del movimento soprattutto nell’organizzazione dei legami positivi solidaristici”. E oggi Manghi raddrizza il tiro sostenendo che “comunque è una fatica enorme convincere il prossimo a farsi rappresentare, richiede la necessità di testimoniare un valore. Il sindacato, a ogni modo, si è costruito sulla stima umana ed è questo aspetto che, anche oggi, dobbiamo cercare di valorizzare il più possibile”.

Il presidente di Anteas Ragusa sottolinea che “grazie a questi appuntamenti con la supervisione e la conduzione di Laura Ravazzoni, responsabile comunicazione della nostra associazione a livello nazionale, riusciamo ad approfondire tematiche di sicuro interesse che, tra l’altro, ci introducono ad affrontare questioni già note ma con un piglio diverso. Davvero un modo molto stimolante di trascorrere un’ora dinanzi al pc”.

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