La Sicilia terra di tartufi. Un convegno a febbraio a Ragusa Ibla.

Quando si parla di produzione e raccolta di tartufo, bianco o nero che sia, vengono subito in mente il Piemonte e la Lombardia, ma anche la Toscana e l’Emilia Romagna. Il “principe” della cucina, i cui prezzi al chilo posso raggiungere i 2.000€ per le pepite bianche e i 500€ per le nere, è un genere di fungo che nasce nel sottosuolo nei pressi delle radici di alberi come le querce ed i lecci. Non basta però piantare una quercia nel giardino di casa per avviare una produzione florida di tartufi. La loro produzione infatti, dipende da moltissimi fattori stagionali e geografici.

Non molti sanno però che anche in Sicilia, ed in particolare la zona dei Monti Iblei e dei Nebrodi, ci sono terre ricche di tartufi. Il sottosuolo di questi boschi è perfetto per la crescita del tartufo nero ma molto spesso vengono praticamente ignorati o, peggio ancora, sfruttati in maniera errata.

Da pochissimi mesi la Regione Siciliana ha fiutato l’opportunità ed l’on Nello Dipasquale ha presentato un disegno di legge (n.496) di regolamentazione delle attività di estrazione e di coltivazione del Tartufo in Sicilia, in modo da regolamentare un settore, quello tartufigero, che può diventare motore trainante di un turismo enogastronomico che già in altre regione ha donato tanto benessere.

Della valorizzazione e dello sviluppo di questo settore ancora troppo spesso ignorato si parlerà all’interno dell’Auditorium San Vincenzo Ferreri a Ragusa Ibla, l’uno e il due febbraio. Insieme all’Onorevole Nello Dipasquale, che presenterà le norme in materia di raccolta, coltivazione e tutela dei consumatori, ci saranno tantissimi esperti del settore, da micologi e coltivatori, giornalisti e studiosi. Una due giorni organizzata dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia e da A.M.E.TA.S. Onlus, l’Associazione Micologia Econaturalistica Tartufai Siciliani, che mira al coinvolgimento di tutte quelle individualità potenzialmente interessate allo sviluppo di questo settore come ristoratori, ricercatori ed appassionati di quello che a tutti gli effetti può essere considerato come il “principe” nelle tavole di tutto il mondo.

Marco Dell’Albani

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