LA SICILIA PUO’ RINASCERE SE PUNTA SU SE STESSA

 

Le grandi potenzialità della Sicilia riguardo al possibile sviluppo economico, sociale e culturale impattano quotidianamente con una classe dirigente vocata al servilismo nei confronti del potere romano e non in grado di assumersi le responsabilità politiche per un cambiamento utile e necessario per le sorti del Paese.

Come leggere se non così le giravolte di Lombardo, le capriole di Miccichè, i tripli salti mortali del PD, gli stop and go dell’UDC.

Naturalmente all’ombra della confusione e dell’emergenza c’è chi continua a fare nomine, a gestire clientele, a dare risposte non all’altezza della situazione drammatica in cui versa la Sicilia.

La questione dei rifiuti tornata nelle mani del commissario straordinario nominato da Berlusconi rimane in alto mare.

La questione della sanità nelle mani dell’assessore commissario Russo scivola quotidianamente nell’abisso di casi eclatanti come quello di Messina e dopo aver consentito la più sfrenata deregulation in materia di libera professione intra ed extra menia  si dice che quello è il cancro che la sta uccidendo assieme alla massoneria.

La questione ambientale e della tutela del territorio viene gestita affidandosi ai privati ai quali è consentito di cementificare ulteriormente, vedi piano casa.

I servizi elementari dall’acqua alle strade alle fognature con relativi depuratori che non funzionano lasciati a se stessi.

Le grandi infrastrutture dall’aeroporto di Comiso alle autostrade languono in attesa del super ponte di Messina.

La scuola affondata.

I giovani continuano a emigrare come un tempo alla ricerca di un lavoro e di un futuro.

Eppure le risorse in settori strategici come l’agricoltura o il turismo ci sono, il problema è che vengono depredate da un sistema politico – affaristico che non tutela il lavoro, bensì il profitto; che non pensa ad uno sviluppo autonomo ma dipendente dai gruppi industriali del nord che fanno il bello e il cattivo tempo, vedi FIAT e ENI.

Dalla Sicilia e dal Sud può ripartire un nuovo racconto, una rigenerazione che metta al bando chi vuole vestire i panni del trasformismo chiacchierone per perpetuare il potere, certo occorre una assunzione di responsabilità e una ricollocazione di tutte quelle energie sociali, culturali e umane sopite, occorre dare fiato e organizzazione a tutti quei movimenti di cittadini che non trovano riferimenti nel quadro politico attuale poiché non riescono più a cogliere la differenza che vi sarebbe tra uno schieramento e l’altro.

Noi di SEL, nel nostro piccolo, non intendiamo pagare il prezzo della scomparsa di un qualsiasi profilo alternativo di opposizione e per questa ragione continueremo testardamente a proporre problemi e contenuti  e risposte comuni da trovare.

 Questo è il senso della sfida e noi siamo pronti a coglierlo con le nostre idee, i nostri programmi e le nostre donne e  i nostri uomini.

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