È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA RIFORMA DELLA SCUOLA DI RENZI È PERICOLOSA
09 Giu 2015 13:55
È importante chiarire meglio alcune questioni fondamentali, che forse alcuni utilizzano strumentalmente per l’esercizio populistico e demagogico della politica.
La riforma del Governo Renzi, definita “Buona Scuola” (si fa per dire…), ha una ricaduta negativa non solo per la stessa scuola, ma persino per la stessa qualità della democrazia in Italia.
Il Governo ha solo posto un “prendere o lasciare” ai Sindacati, alle altre Associazioni non sindacalizzate e persino ai suoi stessi Deputati dissenzienti, ironizzando sul più grande sciopero generale della scuola degli ultimi decenni, sulle continue manifestazioni organizzate o spontanee in tutta Italia, e sulla perdita di oltre 2 milioni di voti nelle ultime consultazioni regionali.
La riforma attribuisce al Dirigente Scolastico (il Preside, per intenderci) un’enorme discrezionalità, tanto che molti di loro sono seriamente preoccupati per una tale eccessiva responsabilizzazione, a fronte di un’esplosione dei contenziosi lavorativi; sapendo quanto poco e male in Italia abbiamo saputo usare la decentralizzazione del potere gestionale (si pensi all’esplosione di clientelismo, spesa pubblica e inefficienza della pubblica amministrazione negli ultimi anni a partire dal federalismo di ispirazione forza-leghista), tale autoritarismo non potrà che trasformarsi in un potere politico illegittimo non solo nei confronti dei docenti, ma persino, attraverso questi, nei confronti delle stesse famiglie degli studenti, con grave alterazione delle dinamiche democratiche di un comune, se non di una provincia.
L’ipocrita finzione di voler dialogare è dimostrata dal fatto che in Senato giace un disegno di legge di iniziativa popolare (LIP) n.1583 del 2 agosto 2014 (presentato ben prima del disegno “Buona Scuola” di Giannini-Madia-Padoan n. 1934) ed elaborato da un gruppo di genitori, insegnanti, studenti e cittadini, che nonostante sia più rispettoso della Costituzione, della democrazia e dei bisogni di tutti coloro che vivono veramente ogni giorno la scuola, a partire dai ragazzi, non è stato minimamente preso in considerazione né nel dibattito parlamentare, né sui media nazionali.
Nel merito della Riforma Giannini occorre, inoltre, vedere da vicino quali siano i problemi irrisolti e aggravati.
L’ispirazione aziendalistica, come valore su cui essa si fonda, non può rivelarsi utile per costruire la didattica, in modo partecipato e democratico, da cui discendano cittadini capaci di lavorare per e in Italia.
L’art. 33 della Costituzione tutela la libertà di insegnamento per ciascun docente proprio per non farla condizionare da un potere esecutivo, né più e né meno come per i magistrati.
Stesse perdita di indipendenza ed autonomia si otterrebbero con la prevista possibilità data ad imprenditori privati di sponsorizzare la scuola.
La Riforma colpisce la Scuola, come se il disastro italiano dipendesse da questa e non da corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata, senza dire da dove vengono i famosi cervelli che fuggono dall’Italia e mietono successi in tutto il mondo.
La Riforma non dice nulla, né prevede un centesimo,
A) sulle diverse attività integrative pomeridiane;
B) sulla sicurezza degli edifici scolatici;
C) sulla gratificazione dei docenti e dei maestri più bravi e con esperienza professionale e d’insegnamento;
D) sulla formazione e sull’aggiornamento di docenti e maestri;
E) sull’affollamento delle classi pollaio;
F) sull’aumento dei docenti di sostegno per i ragazzi e i bambini più sfortunati;
G) sulla silenziosa espulsione di tanti amministrativi e collaboratori scolastici, preziosi invece come l’oro, in termini di sicurezza, sorveglianza, e funzionalità a vantaggio di tutta la Scuola (alunni, famiglie, docenti, dirigenti);
I) sul rinnovamento dei programmi e della metodologia didattica (di cui si crede che la soluzione consista solo nell’inglese o nelle tecnologie, senza una visione più ampia e ragionata), lasciando che questa cammini solo sulle gambe spontanee dei pochi che hanno la possibilità di rinnovarla;
L) sull’equiparazione stipendiale di tutti i lavoratori della scuola (senza vergogna sui livelli indecenti nelle scuole elementari), dal primo degli ausiliari all’ultimo dei dirigenti, a quelli corrispondenti di altri settori della pubblica amministrazione.
La Riforma, poi, contiene deleghe in bianco al Governo sulla organizzazione della scuola e della didattica.
Invito tutti i Senatori, di tutti i Partiti, ad avviare la discussione sulla Riforma con i loro elettori nei loro territori sui problemi delle scuole in questi territori, per trovare soluzioni, e apportare miglioramenti e contributi ad una Scuola che ha l’urgenza di essere curata da un bravo medico, e non mortificata da streghe e stregoni pubblicitari.
Invito tutti a leggere il testo della LIP al Senato, e reperibile in internet: http://lipscuola.it/blog e a dare il proprio contributo e la propria idea, in modo che le persone che hanno avuto la buona volontà di progettare questo ottimo disegno di legge popolare possano migliorarlo ulteriormente, consentendo ai parlamentari con maggior senso di responsabilità di discuterlo in parlamento per la sua approvazione.
E’ in gioco lo sviluppo e la democrazia del nostro Paese, perché l’uno non esiste senza la seconda, ed entrambi si realizzano solo con una scuola sviluppata e democratica. L’autoritarismo, il decisionismo e l’attribuzione ad un solo uomo di tutto il potere hanno sempre causato povertà e violenza. E questo non conviene a nessuno.
A cura di Dario Prestana, insegnante, 2° Circolo PD di Ragusa.
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