LA RICOSTRUZIONE IDENTITARIA DEL POPOLO SICILIANO NEL CONCERTO DI CARLO MURATORI

 Una ricerca identitaria della Sicilia. I concerti di Carlo Muratori non sono mai fini a se stessi. E anche ieri sera, al caffè letterario Le Fate di Ragusa, per la rassegna “Cafèine mon amour”, il noto cantautore siciliano ha voluto lanciare i suoi messaggi in musica. Il concerto, dal titolo “Nascii ‘n Sicilia e sugnu ‘talianu”, è stato arricchito dalle straordinarie illustrazioni di Guglielmo Manenti proiettate alle spalle di Muratori. Un “Concerto Illustrato” che ha unito il cuntu al canto, partendo dai canti popolari e dalle testimonianze documentali, per raccontare la storia dell’isola negli ultimi secoli, dal Regno delle due Sicilie alla “liberazione” dovuta alla spedizione dei 1000 guidata da Garibaldi, passando dalla primissima repubblica italiana fino ai giorni nostri. Storie che, tra melodie ricercate e ritmi travolgenti, si susseguono e si sovrappongono rispetto ad un passato che va scoperto e sicuramente meglio studiato. Dai motti siciliani alle canzoni dei campi, dal brigantaggio, nato contro la leva obbligatoria che durava all’epoca sette anni, alla crisi agricola e alla successiva e necessaria fase di emigrazione da un’isola bellissima, continuamente oggetto di conquistatori senza scrupoli. Nel concerto, che ha visto Marco Carnemolla al basso, Francesco Bazzano alla batteria e Maria Teresa Arturia alla fisarmonica, Muratori diventa dunque il sapiente narratore di storie, anche dure da digerire, come quelle che riguardano le soppressioni sanguinose, ma che fanno parte del processo di ricostruzione della coscienza identitaria. Un tuffo nella lingua siciliana del passato per (ri)costruire il futuro di una terra che si affida ai santi, come canta Muratori con i primi due brani che aprono il concerto, “Sammastianu” e “Sant’Antoniu”, a cui i contadini si rivolgono anche solo per chiedere che la “majara” non rubi le galline dell’aia. Ma è ancora dopo che il cantautore analizza il processo che ci ha portato all’unificazione d’Italia e, giocoforza, a perdere la caratteristica identitaria del popolo siciliano. Passaggi epocali che corrispondono anche a periodi, storie e personaggi da raccontare. Omaggi sentiti ad una femminista ante litteram come la “ragusana” acquisita Mariannina Coffa o all’avvocato Nicola Lombardo di Bronte, una delle vittime casuali della spedizione dei 1000 mentre si tenta di riportare l’ordine in favore dei Nelson e degli inglesi interessati alla Sicilia ma per i suoi giacimenti di zolfo e non certo per motivazioni pacifiste. Scontri che aprono la pista alla nuova repubblica sabauda e che rendono “’talianu” anche chi “nascii in Sicilia”. Una nazione costruita col sangue e con la distruzione dell’economia ricca del Sud. Ieri come oggi. Il riferimento allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi dell’isola e soprattutto alla nascita delle aree petrolchimiche realizzate praticamente cacciando i cittadini dalle proprie case, trasformando i borghi in paesi fantasma, vedi Marina di Melilli, località marinare che erano la fortuna dei pescatori. Sviluppo? No, inquinamento, canta Muratori, riferendosi proprio a quegli anni che culminano con l’uccisione di Salvatore Gurreri, uno dei cittadini che non voleva andare via. E’ il “recente” 1992, l’anno delle stragi di Falcone e Borsellino, l’anno che segna la vittoria della mafia sullo Stato, di quella “guerra che ammazza i mo frati”, e di una “Povera patria” dove abita gente di “Malarazza”. Il concerto di Muratori, dopo l’omaggio a Battiato e Modugno, mentre alle spalle scorrono le illustrate camicie rosse garibaldine o uno spigoloso crocifisso, si è concluso con un fuori programma, la commovente canzone “Esodo”, dedicata alle migliaia di immigrati vittime delle traversate del mare. Quel mare-cimitero che Muratori spera che un nuovo Mosè possa aprire in due per far passare senza bagnarsi coloro che cercano speranza e nuova vita. Un messaggio di pace e fratellanza che il cantautore siciliano ha voluto lanciare anche alla luce dei drammatici episodi di queste ultime ore. Interessante, infine, l’intreccio tra musica e illustrazioni laddove i disegni di Manenti diventano descrittivi delle parole scritte da Muratori. Una prima sperimentazione che potrà portare a nuove collaborazioni. Il prossimo appuntamento in rassegna è per il 23 maggio con Peppe Voltarelli in “Il caciocavallo di bronzo”. Prenotazioni e informazioni presso “Le Fate”, caffè letterario diretto da Alina Catrinoiu, in via Sac. G. Di Giacomo 20, Ragusa; Tel.: 0932 1846467 – Cell. 327 2613917. Ingresso 10 euro.

 

 

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