La “Polvere d’oro” di Giusi Antoci: un filo prezioso che ripara e arricchisce

di Giuseppina Tesauro – “Polvere d’oro – una storia vera” è il titolo del libro di Giusi Antoci, pubblicato dalla casa editrice ArchiTypee che inaugura la collana ‘Kintsugi’.
Scritto in forma autobiografica, è una lettura che appassiona per la sua testimonianza dolorosa, ma che in alcuni punti non manca anche di una sottile ironia. Giusi Antoci consegna il vissuto di chi, in una esistenza piena e lontana da qualsiasi pensiero negativo, scopre per due volte di essere affetto da tumore. Comincia così la sua battaglia in prima persona contro un cancro al seno e poi come ‘caregiver’ di sua sorella, anche lei ammalatasi di tumore. Nel vivere dunque la duplice forma del cancro, da malato oncologico e da familiare di un malato oncologico, l’autrice si mette a nudo attraverso la parte narrante, propria di ogni essere umano. Una narrazione che si rivela terapeutica per se stessa, ma che d’aiuto per le donne che si trovano a lottare contro il cancro, o che devono supportare un malato oncologico. 
Nel libro vengono presentate le due prospettive diverse di una stessa malattia, la paura di non farcela e la paura di veder morire la persona amata.  L’autrice/protagonista non si arrenderà mai al cancro, né come ammalato – perché lotterà e vincerà per ben due volte -, né come persona: durante tutta la sua malattia continuerà a rispettarsi nel corpo e nello spirito con dignità. Ne uscirà vittoriosa, ma a metà, perché purtroppo è costretta a vivere il lutto di sua sorella e di suo padre, entrambi morti della sua stessa malattia. La malattia e i lutti sono chiavi che le daranno nuove aperture all’interpretazione della vita nella sua quotidianità; cambiano le priorità e Giusi rinascerà la seconda volta. 
Ma cosa hanno in comune la polvere d’oro ed il cancro femminile? Questa storia parte già dalla copertina del libro e dal suo titolo, ne lasciano intendere il contenuto e anche il finale: una donna rotta, ma riparata, rinata e che con il sorriso sul viso urla: Voglio vivere ancora! Ed ecco il significato della polvere d’oro e della parola ‘kintsugi’. Perché le donne dopo aver affrontato il cancro al seno sono reduci da un percorso che avrà rimesso insieme i frammenti di tutto ciò che le ha spezzate e ricostruite durante il viaggio, esattamente come l’arte del ‘kintsugi’, che significa letteralmente “riparare con l'oro”.
L’autrice
Giusi Antoci è nata a Ragusa, ha due figli e lavora nel mondo della bellezza e della skin care, spesso in giro per l’Italia. “Polvere d’oro – una storia vera” è il suo lavoro d’esordio. A causa del cancro ha perso il padre e la sorella. 

L’Evento
Il libro è stato presentato il 6 novembre alla sala convegni dell’Ordine dei medici della provincia di Ragusa. A curarne l’organizzazione è stata l’associazione Crisalide ETS, che nasce nel 1996 con lo scopo di dare sostegno alle donne che vivono la sofferenza legata al tumore. L’associazione è formata da donne, molte delle quali hanno vissuto in prima persona l’evento traumatico di un cancro e che vogliono trasformare la propria esperienza in una risorsa per la collettività. A moderare l’incontro è stata la presidente dell’ associazione Crisalide ETS, Giuseppina Pavone, presenti l’assessore alle Pari opportunità del comune di Ragusa, Elvira Adamo, il Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Ragusa, Carlo Vitali, Antonio Lucenti vicepresidente di OncoiIbla. Presenti anche diverse associazioni del territorio che si occupano di problematiche e attività volte all’universo femminile. Gli intervenuti hanno rimarcato l’importanza di fare prevenzione per una diagnosi precoce e di come la presenza di associazioni di supporto sia per i malati e per le famiglie una risorsa in più che offre questo territorio.
Giuseppina Pavone ha sottolineato come l’associazione Crisalide miri non solo a sostenere le donne durante il loro percorso di terapie oncologiche, ma anche a supportarle nell’attivare quelle risorse che possano aiutarle a riorganizzare positivamente la propria vita, dopo avere sostenuto battaglia contro il cancro.
Il progetto
L’associazione Crisalide opera avvalendosi della collaborazione di esperti e volontari che hanno competenze e formazione adeguata nel settore dei tumori femminili e il libro di Giusi Antoci si inserisce proprio in uno di questi percorsi di recupero nel programma della Crisalide: la narrazione. L’assunto è che tutti noi siamo narratori di noi stessi, proprio perché inconsciamente portati a lasciare traccia di noi. “La narrazione fornisce all'individuo uno strumento essenziale per interpretare i dati più importanti della sua realtà. La narrazione è un momento fondamentale di alcuni approcci psicoterapici. – ha spiegato la psicoterapeuta Denebola Ammatuna con la quale ha dialogato l’autrice del libro, nel corso dell’incontro – molti psicoterapeuti individuano nell’attività del narrarsi il fulcro del processo terapeutico. L’individuo costruisce e ricostruisce i propri mondi narrandoli. Il racconto di se riveste un ruolo importante nella continua ridefinizione di una nuova identità, proprio come accade per una donna che ha dovuto fare degli interventi invasivi a causa del cancro e che adesso deve ricostruire la sua personalità e la sua fisicità rotta ed interrotta. Perché dopo il cancro una donna non sarà mai come prima. Ecco il concetto del kintsugi, una sottile polvere d’oro che rimette insieme i frammenti di un oggetto che anche se riparato non sarà mai più l’oggetto come lo ricordavamo, ma bensì arricchito”.
Un incontro dunque che ha permesso di focalizzare due punti fondamentali nella lotta contro il cancro, di qualunque natura esso sia:
– una costante prevenzione, la diagnosi precoce, com’è dimostrato scientificamente, può ridurre la mortalità; 
–    il ruolo del caregiver nell’assistenza al malato oncologico, con una maggiore attenzione verso i familiari che danno assistenza al malato, e che a loro volta necessitano di supporto. 
 
 
 
 

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