È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA POLIZIA PENITENZIARIA E I DETENUTI SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO
13 Gen 2013 07:17
Nella Casa Circondariale di Ragusa- a differenza di altri posti- è possibile provare emozioni che rendono la vita, pur in carcere, degna di essere vissuta. Com’è possibile tutto questo in un carcere?
Semplice, se partiamo dal presupposto che Ragusa è la città più vivibile della Sicilia e che la casa circondariale è gestita da una perfetta simmetria di tutti i reparti, dalla direzione amministrativa, agli agenti penitenziari. Ecco il risultato: ma non è solo questo!
A mio avviso, il fattore determinante affinché una prigione sia meno sofferente possibile è il trattamento e il rispetto della dignità umana con la quale a cominciare dalla Direzione fino agli agenti di sezione ci si pone verso il detenuto.
E per comprendere nel suo complesso la realtà di questa analisi, sono necessari alcuni confronti.
Cominciamo dagli agenti, che quotidianamente fanno servizio al Giudiziario e che più di ogni altro sono costantemente in contatto con i detenuti.
Nella cultura del detenuto, ogni carcere è giudicato in base al grado di austerità degli agenti. Qui, a Ragusa, nella stragrande maggioranza degli operatori, si riscontra un atteggiamento di ascolto e di dialogo. Qui puoi essere te stesso, avere un confronto, chiedere aiuto, un consiglio, e, persino, mostrare le proprie debolezze perché dall’altra parte avverti che c’è una persona che sta ascoltando quello che dici e che se può, farà qualcosa per aiutarti. Il clima di rispetto della dignità del detenuto si avverte in ognuno di loro, dal loro sorriso, al comportamento che pongono in essere verso ognuno di noi.
Basta così poco da parte degli agenti per farti sentire un essere umano prima e solo dopo un detenuto! A volte, può essere una doccia fuori orario o la concessione della telefonata dopo che la tua domandina non sia giunta in tempo. Altre volte confrontandosi con noi su argomenti di attualità, di vita privata. E potrà sembrare assurdo ma qui a Ragusa, con alcuni operatori, nel rispetto della loro carica, si è soliti scambiare discorsi ironici e ridere insieme a loro di ciò che la quotidianità del carcere ci offre.
Insomma, la simpatia che con il tempo si instaura nei confronti di alcuni agenti è tale che ogni mattina ti auguri che ci siano loro nel tuo piano e quando ti accorgi che non è così, dopo la prima conta, capisci che la tua giornata non sarà ottimale.
Poi, ci sono gli ispettori che sono quotidianamente insieme a noi e se c’è un problema loro intervengono in prima persona.
Non solo: ma, quando vai dal Comandante o dal Direttore, si respira un clima distensivo e si ha la sensazione di parlare con persone che nonostante le loro cariche di potere, sono lì per ascoltarti e aiutarti.
Del resto, in un istituto come Ragusa che ospita più del cinquanta per cento di detenuti extracomunitari e di religione musulmana, se a cominciare dalla direzione fino agli operatori non fossero così civili e professionali, questo istituto sarebbe come il vaso di Pandora.
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