La Polizia ferma 5 scafisti, 1 bengalese, 1 egiziano, 1 gambiano (minore) e 2 marocchini.

 La Polizia a seguito dello sbarco di ieri di 389 migranti ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

Per il gommone, TAQRA Amin, nato in Marocco il 05.12.1995 e T.O. nato in Gambia di anni 17, H.M marocchino di anni 22; per il barcone in legno, UDDIN Bahar, nato in Bangladesh il 03.01.1974 e AREF Karam, nato in Egitto il 28.04.1985.

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 10:35 del giorno 04.06.2017 IMRCC di Roma segnalava alla nave “GOLFO AZZURRO” (ONG di Open Arms), che aveva poco prima effettuato un precedente evento SAR (il salvataggio di 128 migranti a bordo di un gommone), una barca in legno carica di migranti. La nave si dirigeva verso quelle coordinate sino a quando, alle successive ore 11:53 intercettava il barcone segnalato. Essendo stato dichiarato evento SAR, l’unità di soccorso dava inizio alle operazioni di trasbordo dei complessivi 261 migranti a bordo della barca in legno, che avevano termine alle successive ore 14:34. Dopo il trasbordo dei migranti della barca in legno l’unità di soccorso faceva rientro verso le coste italiane su disposizione di IMRCC di Roma, giungendo presso il porto di Pozzallo alle ore 14:00 del 05.06.2017.

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di identificazione.

 

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

 

                                                                    LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto gli scafisti indicati dai migranti.

Per quanto concerne le indagini sul gommone non vi sono state difficoltà in quanto i migranti hanno sin da subito indicato un giovane gambiano minorenne che si occupava di tenere la rotta grazie ad una bussola ed altri due marocchini che si alternavano al timone. Considerato quanto raccolto in atti, gli investigatori della Polizia hanno subito sottoposto a fermo i due responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed indagato in stato di libertà il terzo soggetto di origini marocchine.

Per quanto concerne le indagini sul barcone, gli investigatori hanno trovato qualche difficoltà iniziale stante il totale mutismo dei migranti.

Molti dei passeggeri dichiaravano di essere stati stipati all’interno della stiva e che da lì non si potevano muovere per andare sopra coperta, pertanto non potevano aver visto nulla. I compagni di viaggio utilizzavano questa versione perché non volevano testimoniare, ma l’impegno della Polizia ha permesso di ottenere delle dichiarazioni concordati sui due migranti. La ricerca dei testimoni disponibili a parlare con la Polizia resta sempre l’aspetto più difficile da curare in occasione degli approdi di navi cariche di migranti.

Per la prima volta gli investigatori si sono imbattuti in un comandante dell’imbarcazione di origini bengalesi, elemento mai emerso fino ad oggi per gli sbarchi avvenuti sul territorio di Ragusa.

Il giovane egiziano, in compagnia del bengalese, si occupava del motore e di tenere i contatti via satellitare con la Libia e poi con i soccorritori chiamati una volta giunti in acque internazionali.

I migranti hanno raccontato inoltre di essere stati condotti su una spiaggia della Libia ed a gruppi di 50 sono stati fatti salire a bordo del barcone in legno dove hanno trovato a bordo i due componenti dell’equipaggio. Solo quando la barca in legno era piena in ogni sua parte sono partiti.

Dopo aver raccolto tutte le testimonianze, gli scafisti sono stati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2017 sono 45 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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Per scaricare il video, basta cliccare, o richiamare nel browser, il seguente link:
http://www.poliziadistato.tv/c_we3btxLvCw

 

 

 

 

 

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