LA POLITICA DI GESTIONE DELLA RISERVA PINO D’ALEPPO

Leggo sui giornali di una pregevole iniziativa messa in campo dall’Assessore provinciale Salvo Mallia per la fruibilità della riseva, dando molto risalto alla stessa e pregiandosi dei recenti risultati ottenuti. La riserva è un punto di arrivo importante per il nostro territorio, da sempre sfruttato e martoriato dalla coltura e dai ritmi intensivi imposti dalla serricoltura, che da anni è il motore dell’economia della provincia stessa.

Tutti, quindi, siamo ben felici e accogliamo con gran favore l’imposizone dei vincoli sui terreni che sono siti in quelle zone, ma, mi chiedo e vi chiedo, è mai possibile che chi possiede dei terreni all’interno della zona protetta non ne possa fare nè uso e nè capitale? (come si sul dire)
Accolgo con favore tale iniziativa ma credo che l’Ass. Mallia deve promuovere assieme a delle iniziative di propaganda a favore del parco, anche delle iniziative di riorganizzazione della riserva stessa. Ritengo che oggi sia impossibile fare una marcia indietro, ma credo che finalmente si debba dare la speranza a chi possiede dei terreni all’interno del parco di sapere cosa ne possano fare.
Nello specifico credo che è dovere dell’Assessore convocare tutti i proprietari e indicare lui le strade più idonee per rendere un terreno, comprato con i sacrifici di una vita, una risorsa per tutte quelle famiglie che da anni ormai aspettano un risarcimento equo o una possibilità di sviluppo sostenibile.
Chi possiede un terreno all’interno del parco aspetta da anni che gli organi competenti facciano un offertà dignitosa per l’aquisizione dei terreni, o che gli venga prospettata una via di sviluppo alternativa, che magari in tempo di crisi divenga una risorsa e non solo un cimelio.
In conclusione nesuna marcia indietro sulla riserva, ma proposte concrete per i proprietari.

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