LA MISSIONE ARCHEOLOGICA RITORNA FRA POCO IN TURCHIA

E il bilancio “non può che essere positivo”, afferma il Direttore della Missione Archeologica Italiana a Kyme, il professor Antonio La Marca dell’Università di Cosenza, nella foto con la commissaria archeologa del governo turco. “Grazie all’impegno di tutte le professionalità che hanno contribuito alla buona riuscita delle indagini, quest’anno si sono concretizzati i progetti  che, per motivi di finanziamenti, non si sono mai potuti avviare. È doveroso ringraziare le persone e le società che stanno dietro a tutto questo lavoro. E mi preme ringraziare l’associazione Agorà – Formazione Permanente che, attraverso il suo impegno, è riuscita a organizzare questa equipe di specialisti che ha portato quest’anno una ventata diversa,  aprendo nuove prospettive per la ricerca”.

La parola dunque all’archeologo Nicolò Bruno, artefice dell’organizzazione: “In effetti tutto quello che abbiamo realizzato quest’anno a Kyme non sarebbe stato possibile senza l’aiuto concreto di società e persone. Mi preme ringraziare innanzitutto la Pharos s.a.s. di Venezia, società con lunga esperienza in prospezioni archeologiche e geologiche strumentali e dirette, specializzata in verifiche preventive di impatto archeologico, cartografia digitale e GIS. La squadra che ha lavorato sul campo comprende il geoarcheologo Alberto Lezziero, esperto in prospezioni strumentali in mare e terraferma, coadiuvato da Alessandra Canazza, archeologa specializzata. Particolare e all’avanguardia la strumentazione portata a Kyme da Pharos s.a.s., composta da un georadar GSSI SIR3000 con antenna da 400 Mhz, per le prospezioni in terra, e da un sub-bottom profiler proprietario, Echos20, in parte brevettato, tarato appositamente per prospezioni in aree archeologiche sommerse. Le prospezioni terrestri hanno permesso di indagare il sottosuolo della città antica per 3- 4 m di profondità, con maggiore dettaglio nell’area dell’agorà e delle necropoli limitrofe. Le indagini acustiche marine hanno invece permesso di sondare l’intera area sommersa antistante alla città, all’interno e all’esterno dell’antico porto, per molti km di rilievo lineare.

I dati sono tuttora in fase di elaborazione e i risultati saranno presto disponibili per le valutazioni degli archeologi. Il lavoro svolto costituisce un’importante esperienza di collaborazione in una missione archeologica estera, sia dal punto di vista tecnico, per la quantità di dati raccolti e per la difficile logistica e trasporto degli strumenti, sia dal punto di vista umano, grazie alla collaborazione di tutti i componenti della Missione Archeologica Italiana a Kyme. In effetti, la sinergia è stata l’arma vincente e tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la base logistica, anch’essa fornita da privati. Da Ragusa, infatti, è partito un furgone cinque posti con ampio bagagliaio messo a disposizione dalla ditta Sigma S.r.l. Ingegneria di Palermo, specializzata in progettazione di infrastrutture marine. La stessa società ci ha affidato uno strumento di precisione, un GPS RTK satellitare per i rilievi topografici a terra e a mare, mettendo a disposizione un geologo, Paolo Perconte che, oltre all’uso dello strumento, ha collaborato con il geoarcheologo durante i lavori di acquisizione del sub bottom, essendo anche un esperto in geofisica marina, e inoltre al posizionamento delle aree indagate con il georadar. Il furgone è servito a trasportare inoltre bombole ad aria, compressore per la ricarica e sorbona per lo scavo subacqueo, messe a disposizione del Centro Subacqueo Ibleo Blue Diving, un’associazione sportiva e di ricerca archeologica di Ragusa, della quale fra l’altro faccio parte, la quale ha erogato, attraverso la federazione nazionale Uisp Sport per Tutti, un contributo per le spese del gasolio per il furgone per tutto il periodo delle indagini (6000 Km).

Grazie naturalmente all’interessamento di Maurizio Buggea, istruttore subacqueo e responsabile nazionale per le ricerche archeologiche della Uisp, artefice delle ricerche e degli scavi nella baia di Kyme, insieme alle subacquee ragusane Veronica Falcone, laureanda in archeologia, e Antonella Pancaldo, restauratrice della  Kermes Soc. Coop. a r. l., che spero sarà impegnata in futuro anche nella progettazione per la conservazione e il restauro delle emergenze archeologiche sia a terra sia a mare che, come Centro Studi,  indagheremo. Gli spostamenti via terra, via nave e in aereo sono stati finanziati da una grande persona, il dott. Pasquale Forte della Eldor Corporation S.p.A., che progetta e produce componenti e sistemi elettronici ad elevata tecnologia,  fornendo fra le molte case automobilistiche nel mondo anche la Ferrari. Un vivo ringraziamento ai Cantieri Navali Adorno di Palermo, che ci hanno permesso di contattare una ditta specializzata turca che ha fornito l’imbarcazione per le indagini geofisiche marine. Molte ditte turche inoltre, insieme al Comune di Aliaga, cittadina presso la quale abitiamo, grazie al nostro direttore della Missione,  al suo modo di essere, alla sua grande passione per kyme e al suo grande amore e rispetto per la Turchia e per il suo popolo, ci hanno supportato concretamente nel vitto e nell’alloggio.

La possibilità di avere fatto pervenire a Kyme professionalità che hanno messo gratuitamente  a disposizione tecnologie, strumentazioni avanzate e specialmente il loro tempo, ha permesso di far risparmiare alla missione decine di migliaia di euro; la mole di lavoro solo da noi svolta, senza contare l’apporto delle varie università italiane che operano, infatti, ammonta a questa cifra e consentirà di acquisire una messe di dati che ottimizzerà il lavoro futuro rendendo più puntuale e accurata la ricerca. L’uso di tecnologie avanzate può far ben sperare per le future ricerche, che potranno essere eseguite solo grazie a contributi di persone sensibili e generose che prendono a cuore le sorti di questo importante sito archeologico. Ringrazio anche gli enti e le istituzioni che in provincia di Ragusa ci hanno sostenuto, promettendo di organizzare quest’inverno un convegno su Kyme a Ragusa, con la speranza di creare in questa provincia, nella quale è nato e vissuto un amico prematuramente scomparso, al quale abbiamo intitolato il Centro di Ricerca che opera a Kyme, le condizioni quanto più favorevoli per un prosieguo delle ricerche sistematiche nella più importante città dell’Eolide antica, patria del grande poeta Esiodo.

Un particolare ringraziamento va all’equipe giornalistica di Ragusa Oggi che ha curato la elaborazione della parte mediatica di questa prima parte della Missione ed ai sostenitori iblei fra i quali la Banca Agricola Popolare di Ragusa, la Provincia regionale di Ragusa i Comuni di Ragusa, Santa Croce Csmerina e Giarratana, HGO Editrice, Muccio Arredamenti, Poggio del Sole Resort e l’Ambasciata turca in Italia con S.E. dott. Akki Akil che saranno ancor di più sostenitori alla ripresa della Missione fra poco, agli inizi di settembre a Kyme.

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