LA MEDIAZIONE COME STRUMENTO PER MIGLIORARE I RAPPORTI SOCIALI

L’Italia segna il passo rispetto agli altri paesi avanzati sia dal punto di vista dei tempi, sia da quello dei costi privati di accesso alla giustizia civile.

Considerando i dati relativi, per il 2010, alla durata dei processi nel settore civile, commerciale e amministrativo, in primo grado la durata media è stata di 395 giorni a fronte di 147 giorni (media Ue 2011), in secondo grado 1.242 giorni contro i 156 giorni Ue, in terzo grado 1.231 giorni a fronte di 207 giorni Ue.

Secondo il rapporto CEPEJ del 2012, inoltre, ad oggi i procedimenti pendenti sarebbero ancora ben 4.000.000.

La vera anomalia italiana, in realtà, resta l’altissimo livello di litigiosità, che ci vede al quarto posto nella classifica mondiale e tra i primi anche su scala europea, quanto a cause proposte.

Questo atteggiamento irrazionale quanto irragionevole non comporta soltanto l’allontanarsi inesorabile della soluzione delle contrapposte pretese, ma anche un aggravio, a carico dell’intera collettività, dei costi della giustizia. 

L’origine dell’inossidabile vis polemica degli italiani ha radici lontanissime.

Senza aver la pretesa di ripercorrere a ritroso gli eventi storici dal Medioevo ad oggi, appare evidente che già fin dai tempi dei Guelfi contro i Ghibellini, passando attraverso i secoli per i tumultuosi eventi concernenti l’Unità d’Italia, notiamo come, ai nostri giorni, continuino ad affrontarsi Regioni contro Regioni, città e province e perfino tifoserie calcistiche, le une “schierate” contro le altre, per non parlare, poi, delle lotte, spesso accesissime, fra condomini o coeredi…

Appare di tutta evidenza come l’indole italica sia endemicamente portata alla lite, a tutto discapito della pacifica convivenza sociale.

Il radicamento sociale di questa vera e propria forma culturale della contrapposizione “per partito preso”, ha determinato nella società civile il disinvolto e continuo ricorso al Giudizio e al Processo, causando l’aumento esponenziale delle cause e rischiando di confondere la giustizia con la vendetta…

Questo particolare aspetto dell’indole italica, rende inevitabilmente necessaria l’elaborazione di un metodo condiviso che agevoli il contemperamento degli opposti interessi delle parti in gioco, al fine di raggiungere un risultato soddisfacente per tutti e per cogliere una imperdibile occasione di crescita culturale della società.

In questo contesto, il ricorso all’istituto della mediazione può costituire non soltanto uno strumento giuridico per la pacifica composizione delle liti, ma anche un metodo idoneo a migliorare la qualità delle relazioni  umane.

Una corretta informazione, l’insegnamento della mediazione nelle scuole, la divulgazione attraverso i media, potrebbero rappresentare un ottimo inizio per favorire quella “rivoluzione copernicana” necessaria per un vero cambiamento culturale dal quale possa nascere una società più solidale, più tollerante ed aperta al cambiamento ed alle diversità.

 

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