“La festa del lavoro? Meglio abolirla”. Così l’industriale ibleo Giovanni Damigella

“La Festa del Lavoro ? È assolutamente inutile in Italia, un paese dove si perdono costantemente dei posti di lavoro a causa delle scelte scellerate di chi ci governa”. Parla così l’imprenditore del marmo ibleo Giovanni Leonardo Damigella, alla guida di una delle aziende più rappresentative del settore. Un’affermazione piuttosto radicale ma che l’industriale cerca di spiegare.

“Credo sarebbe meglio abolire la festa del Primo Maggio – afferma Damigella – Non festeggiamo più il lavoro, com’era in passato, ma la “morte del lavoro”. In Italia esso diminuisce sempre di più e la disoccupazione cresce. La tassazione del lavoro è molto alta e molte aziende, ormai da anni, scelgono di spostare la loro produzione in altri Stati europei, dove gli oneri sono nettamente inferiori e le condizioni più vantaggiose. La burocrazia ed i mille ostacoli che essa frappone per l’attività delle aziende sono un altro gap difficile da superare”.

Damigella utilizza un’immagine simbolica. «In un ippodromo dove corrono cavalli di razza, noi scendiamo in pista con un asino sovraccarico. Questa è la situazione delle aziende italiane. Soffrono per le condizioni che ci vengono imposte, per i mille lacci inutili che il Paese ci impone, per i vincoli e le inefficienze, per i ritardi nell’ammodernamento del paese: non ci sono le condizioni perché un’azienda possa crescere, produrre e stare sul mercato. Per questo il PIL in altri paesi cresce, in Italia no. Per questi motivi molte aziende scelgono di spostarsi altrove. È una situazione che constatiamo tutti giorno dopo giorno. Io ho scelto di rimanere in Italia e non andrò mai via. La mia azienda opera in Italia e continuerà a farlo. Ma per molti non è così”.

Altro tema: la salvaguardia del lavoro e delle vite umane, in una parola: la sicurezza. “Nelle aziende vengono previsti corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro che sono gestiti da enti di formazione esterni, ma si tratta di corsi poco utili. La formazione vera di un operaio avviene in azienda: ogni giovane apprendista viene affiancato da un operaio esperto. Solo questo gli permetterà di acquisire la professionalità e le competenze necessarie”.

Secondo Damigella, la vera emergenza non sono solo i morti sul lavoro, ma i morti a causa di incidenti domestici. “In Italia ci sono 8000 morti per incidenti domestici e circa 4 milioni di infortuni di vario tipo. È un numero assolutamente più alto rispetto a quelli che riguardano i luoghi di lavoro. Tra le mura di casa ci sono molti più rischi che fuori casa. Anche qui, credo, sarebbe importante fare formazione. Forse i morti per altro tipo di incidente valgono meno dei morti sul lavoro?”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it