La cucina dei ricordi e delle tradizioni entra a scuola

Le prime due classi della sezione professionale alberghiero dell’Istituto di Istruzione superiore “Quintino Cataudella” a lezione di cucina, di cucina orale quella che si tramanda da generazione in generazione senza nulla di scritto ma solo frutto di ricordi a volte integri a volte sbiaditi. L’iniziativa, che si è svolta nello scorso fine settimana nei laboratori della scuola sciclitana, è stata promossa dall’istituto diretto dal preside Enzo Giannone e dal Kiwanis di Scicli, presidente Consuelo Pacetto, ed è stata curata dalla foodblogger Barbara Conti. A coadiuvarla il personale docente della scuola superiore che ha raccolto con interesse la proposta kiwaniana. “Il progetto di laboratorio rientra tra le tematiche che ci stanno più a cuore, ovvero la sana e corretta alimentazione per prevenire la bulimia e l’anoressia che risultano essere le malattie più frequenti soprattutto in età adolescenziale – spiega Consuelo Pacetto – l’obiettivo ha anche una seconda finalità, quella cioè di coinvolgere gli alunni e le alunne in età adolescenziale al recupero delle tradizioni culinarie del territorio attraverso le ricette antiche tramandate oralmente dai nostri e dalle nostre nonne. Un laboratorio volto alla scoperta di sane abitudini alimentari che vede l’utilizzo di materie prime povere della tradizione contadina”.

Le ricette senza tempo della nonna Elena, amate dalla foodblogger Barbara Conti

“Sì, ho portato le ricette senza tempo della nonna Elena a scuola. Il cibo, le ricette e le tradizioni fanno parte della nostra memoria, la memoria delle nostre famiglie, di una generazione e raccontano delle storie – sono le parole di Barbara Conti – le ricette orali, quelle tramandate da madre in figlia, quelle che raccontano il territorio e la provenienza. Questo ho cercato di trasmettere ai ragazzi grazie al progetto pensato assieme a Consuelo Pacetto ed al Kiwanis. I ragazzi, dopo una ricerca sulle ricette, sono passati all’opera preparando la ‘mpagghiuccata” in quattro diverse declinazioni. E’ una ricetta che difficilmente si trova nelle pasticcerie e che rischia di essere dimenticata. Ciò per fare apprendere che in Sicilia non esiste la ricetta ma esistono le ricette, cioè le varianti, che ogni famiglia custodisce gelosamente”. 

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