La caserma dei carabinieri di Donnalucata intitolata all’appuntato dei carabinieri Vincenzo Garofalo, nato proprio nella borgata sciclitana

Quello stormo di uccelli che, al momento dell’alza bandiera, ha volato sul tetto della caserma dei carabinieri di Donnalucata è apparso come un simbolico abbraccio del mondo tutto all’evento voluto dall’Arma che ha tenuto ad onorare così il sacrificio di un suo militare e voluto dalle amministrazioni comunali che si sono susseguite nel tempo, ultima in ordine di tempo quella del sindaco Mario Marino. Due oggi le cerimonie per ricordare l’appuntato dei carabinieri Vincenzo Garofalo trucidato a colpi di mitra assieme al collega Antonino Fava il 18 gennaio del 1994 sull’autostrada A3 che collega Reggio Calabria a Salerno. Un commando che è stato, dopo lunghe indagini, individuato, processato e condannato. Due cerimonie dicevamo. Una per la deposizione della corona d’alloro al monumento in sua memoria sito su via Pirandello nel centro storico della borgata ed una per la intitolazione della caserma all’appuntato dei carabinieri, morto all’età di appena 34 anni lasciando la moglie Patrizia Scanu vedova a 32 anni con due figli da crescere, uno Guglielmo di 5 anni e mezzo ed uno, Andrea, di appena 5 mesi. Una famiglia distrutta per mano di assassini impietosi che hanno agito attingendo con le armi da fuoco i due militari, in forza alla stazione carabinieri di Palmi, ed in servizio quel 18 gennaio 1994 proprio in prossimità dello svincolo di Scilla alle porte di Reggio Calabria.

A Donnalucata il comandante della Legione Sicilia, Generale di divisione Giuseppe Spina, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Carmine Rosciano, il comandante della Compagnia carabinieri di Modica maggiore Francesco Zangla, il comandante militare dell’esercito in Sicilia generale di divisione Maurizio Scardino, i comandanti delle Stazioni della provincia iblea, la Fanfara del 12° Battaglione carabinieri di Sicilia venuta da Palermo.

Una cerimonia toccante alla quale hanno partecipato le autorità civili, militari e religiose dell provincia, cittadini, scolaresche. Gioia e tristezza: a pari passo per un momento che la città attendeva da tempo e che l’ex sindaco Enzo Giannone aveva dovuto fermare per il Covid. E’ toccato ora all’Amministrazione Marino chiudere il cerchio. E’ stato il generale Spina a ricordare l’eroe Vincenzo Garofalo. “Un momento simbolico della grande famiglia dell’Arma per onorare un eroe. Ci stringiamo alla moglie, ai figli ed ai parenti dell’appuntato Garofalo – ha detto il generale Spina – onorare i caduti è una grande responsabilità che si assolve in memoria, prima per conservarne il ricordo e poi per la vicinanza solidale ai familiari dei nostri caduti. Non dobbiamo dimenticare che la signora Patrizia è rimasta vedova a 32 anni, è stata una donna che è vissuta senza il suo compagno ed i figlioli cresciuti senza il papà. Vincenzo Garofalo è morto nell’adempimento del proprio dovere non arretrando davanti al pericolo, questo ha un significato profondo. Noi ce lo dobbiamo ricordare ma lo dobbiamo ricordare anche alle comunità perchè questi sacrifici non possono andare nel dimenticatoio. Anzi devono essere sacrifici attuali da esempio per tutti. Vincenzo Garofalo ed il collega Antonino Fava hanno avuto il coraggio di compiere i propri doveri interpretando con sacrificio ed eroismo il lavoro scelto. Ci inchiniamo davanti a questi due eroi. E’ dovere di tutti onorare e tenere viva la memoria, stando vicino ai familiari”.

L’appuntato Vincenzo Garofalo, medaglia d’oro al valore militare. Ecco la motivazione.

“Conduttore di autoradio di nucleo radiomobile in area ad elevata densità mafiosa, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, intimava in movimento l’alt ad autovettura sospetta. Fatto segno a reiterata azione di fuoco da parte dei malviventi che non arrestavano la marcia, li affrontava con insigne coraggio e grande determinazione replicando con l’arma in dotazione finchè, colpito in più parti del corpo, si accasciava esanime. Le successive indagini consentivano di arrestare gli autori, identificati in cinque pericolosi pregiudicati appartenenti ad agguerrita organizzazione criminosa, e di recuperare le armi e l’autovettura di illecita provenienza, utilizzate dai malfattori. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio.

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