L’8 GENNAIO DEL 1898 IL MARCHESE TEDESCHI SPOSO’ ROSALIA NOCERA ALIOTTA

 Zagara, gelsomino, cedri, limoni,carrubi, mandorli, ulivi,  allori, agrifogli, diffondono nell’aria profumi intensi, mentre luce e colori dipingono le giornate senza tramonto di questa meravigliosa terra di Sicilia. Che è valle, collina, pianura, pendio sul mare, scoglio, paesaggio, foresta, pietre antiche, case, cose, tele, monumenti, sculture, opere artigianali, cibo, dolci, formaggi, vini. “Un alito continuo sale dalla foresta profumata – scrive Guy de Maupassant in “Viaggio in Sicilia” – un alito che inebria la mente … Quell’odore che vi avvolge ad un tratto, che fonde la delicata sensazione dei profumi con la gioia artistica della mente, vi tuffa per alcuni secondi in un benessere del pensiero e del corpo che rasenta la felicità”.La zagara, fiore profumatissimo di aranci, limoni e bergamotto, è considerata, da sempre, simbolo di matrimonio. Si dice, infatti, fossero arance i frutti di oro portati in dono dalle Esperidi per il matrimonio di Giove e Giunone.

Fra i matrimoni più importanti del secolo XIX quello celebrato, l’8 gennaio 1898, a Gela ( Terranova) nella chiesa Madre, tra Rosalia Nocera Aliotta ed il marchese Corrado Tedeschi Polara. Questo il testo dell’invito:” Il commendatore Antonino Nocera e Clorinda Aliotta Mallia partecipano il seguito matrimonio della loro figlia Rosalia col Marchese Corrado Tedeschi Polara – Il senatore comm. Michele Tedeschi e la Marchesa Concetta Polara partecipano il seguito matrimonio del loro figlio Corrado con la Signorina Rosalia Nocera Aliotta. –  Marchese Corrado Tedeschi Polara e Rosalia Nocera Aliotta Sposi – Terranova di Sicilia, 8 Gennaio 1898”.

Vent’anni lui, diciannove lei. Nella Sicilia dell’800  l’età giusta per lui era 28. Per lei 18. “Omu di vintottu, e fimmina di diciotto”. Nel XIX secolo, nel mondo contadino, era quasi un obbligo per una ragazza essere sposata a 20 anni, altrimenti veniva considerata vecchia. “Fimina a diciott’anni, maritala o la scanni”. Oltre 400 gli invitati al matrimonio Tedeschi Polara-Nocera Aliotta. Nobili, ricchi e potenti delle province di Ragusa e Caltanissetta. Numerosi anche gli invitati provenienti da Noto. Il banchetto nuziale fu preparato a Gela in uno dei più belli palazzi di proprietà del padre della sposa, costruito su tre piani, esteso su circa 2000 metri quadrati. Nella città della Contea ed anche a Pozzallo i festeggiamenti durarono sette giorni. Il menù fu preparato dal monsù, cuoco francese della famiglia della sposa. I nobili dell’epoca, specialmente nelle grandi occasioni, consumavano cibi preparati secondo le regole dell’alta cucina francese. In occasione del matrimonio della figlia, il commendatore Antonino Nocera dispose che il menù fosse arricchito anche con pietanze dai sapori più forti, in onore alle nostre tradizioni. Il monsù di casa, con la collaborazione di cuochi francesi e siciliani, elaborò pertanto cibi particolari, serviti con salse raffinate come la bechamel o con sughi robusti preparati per insaporire le carni e i timballi di pasta, mentre ai delicati consommé vennero affiancati saporosi brodi di pesce. Musica e balli fino a tarda sera allietarono il grande evento. La coppia andò a vivere in un palazzo nobiliare costruito al centro di Modica, città dello sposo, ove era nato l’11.04.1878. Lei era una donna colta. Si interessava di arte, letteratura, musica teatro, sport. Animo sensibile e generoso, durante la prima guerra mondiale aiutò le famiglie dei militari, i mutilati, le vedove, gli orfani di guerra, i bisognosi. Dal matrimonio nacquero quattro figli: Mimy, Linda, Nino e Bebe. Morì il 30 aprile del 1922, a 43 anni. Rimasto vedovo, il marchese Corrado Tedeschi, che assieme alla famiglia in estate veniva a villeggiare a Pozzallo nella omonima Villa ora di proprietà del Comune, si dedicò alla politica. Al posto del sindaco decaduto, il Prefetto lo nominò Podestà di Pozzallo. La città deve molto all’azione amministrativa del marchese Corrado Tedeschi: ampliò il cimitero, realizzò l’acquedotto, fece rafforzare il pontile di pietra, iniziò i lavori per la costruzione di Piazza delle Rimembranze, donò al Comune il terreno di sua proprietà ove sorge il Municipio e la Villa Comunale. Morì nella città marinara il 27.12.1957.

 

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