Invaso di Santa Rosalia: acque da utilizzare solo per irrigazione. Nessuna novità

L’acqua dell’invaso di Santa Rosalia continua a non essere potabile al consumo umano, può essere utilizzata per irrigazione. E’ quanto emerge dai dati di Arpa Sicilia nel cosiddetto “Giudizio di conformità delle acque destinate alla potabilizzazione”, consultabile sul sistema Webgis. Sui sedici monitorati, sono soltanto tre gli invasi siciliani in cui le acque sono conformi al consumo umano: Ancipa (Troina, Enna), Blufi (Petralia Sottana, Palermo) e Piano del Leone (Castronovo di Sicilia, Palermo). 

I problemi: manganese e ossigeno disciolto

Con le sue attività di monitoraggio delle acque, Arpa Sicilia verifica che la categoria attribuita dalla Regione sia conforme, ovvero che l’acqua sia sottoposta a un adeguato trattamento fisico e chimico, per essere idonea al consumo umano.
Le acque contenute nella diga di San Rosalia, sita in territorio di Ragusa e distribuite attraverso l’acquedotto rurale omonimo, a livello chimico presentano alta presenza di manganese e ossigeno disciolto. “Le acque dolci superficiali – spiega Arpa Sicilia –  per essere utilizzate o destinate alla produzione di acqua potabile, sono classificate dalle Regioni nelle categorie A1, A2 e A3, secondo le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche. La classificazione indica il tipo di trattamento più o meno spinto (crescente da A1 ad A3) che gli impianti di potabilizzazione, a cui le acque sono addotte, devono essere in grado di effettuare.”
Santa Rosalia è inserita nel gruppo A2. Le acque classificate A1 avranno caratteristiche migliori di quelle classificate A2 e ancor più delle A3.

Cosa significa “non conformità”

Scrive Arpa: “Nel caso di non conformità alla classificazione attribuita, la Regione Siciliana deve valutare se ci sono i presupposti per procedere ad una deroga del rispetto del limite, possibile solo per alcuni parametri, o valutare una riclassificazione delle acque ad una classe superiore, se possibile, verificando la coerenza con la tecnologia dell’impianto di potabilizzazione a cui l’acqua è addotta. Le acque non conformi alla categoria A3 possono essere addotte agli impianti di potabilizzazione secondo quanto stabilito dal comma 4 dell’art.80 del D.Lgs. 152/06 per il quale: tali acque “potrebbero essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano”. 

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