INTERVISTA ESCLUSIVA AL PRESIDENTE FRANCO ANTOCI

Com’è noto il presidente della provincia di Ragusa è stato invitato ad Istanbul per la festa dell’anniversario della Repubblica presso il Consolato generale d’Italia della grande città turca. Non è stata solo una visita di piacere ma soprattutto un momento per favorire l’internazionalizzazione delle nostre aziende e per far conoscere i nostri prodotti di eccellenza atteso che nella serata straordinaria di viull Venezia sede del Consolato Generale d’Italia in Turchia erano presenti oltre tremila persone del mondo diplomatico, politico, imprenditoriale e culturale. Al ritorno da Istambul abbiamno chiesto al Presidente Antoci le sue impressioni.

D. Presidente come giudica il suo viaggio istituzionale ad Istanbul?

R: la promozione dell’immagine della Provincia di Ragusa si inquadra in una politica europea. L’Unione del Mediterraneo deve costituire necessariamente il fondamento per la creazione di un’area di prosperità condivisa, fortificata pure dalla attuazione di disegni ambiziosi, come l’opportunità di favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Nei prossimi giorni promuoverò un incontro con le nostre aziende per avviare nuovi rapporti commerciali con la Turchia e le aziende di Istanbul. Con queste prospettive la Provincia Regionale di Ragusa ha curato la degustazione dei propri prodotti tipici: il vino Cerasuolo Docg, il cioccolato di Modica e il formaggio Ragusano Dop. Puntando su alcune delle eccellenze del nostro territorio si intende di rilanciare i rapporti euromediterranei, di volgerli alle forme di cooperazione concreta, oltre che alle direttrici essenziali del partenariato, anche attraverso la creazione di una zona di prosperità condivisa, nella cooperazione culturale e sociale Nel contesto di questi progetti, la Sicilia e la Turchia si rendono conto della loro centralità, centralità primariamente storica (il Mediterraneo è fulcro di un sistema di assi che in orizzontale mettono di fronte la potenza dell’Est e dell’Ovest, ed in verticale il Nord e il Sud, i paesi sviluppati e quelli sottosviluppati). Le possibili strategie di sviluppo dovrebbe assecondare la Sicilia, e la Provincia di Ragusa, forte di una geografia naturalmente favorevole, perché “diventi, e torni ad essere, un motore multiculturale dei prossimi decenni”.

D: Si punta alle imprese agroalimentari per lo sviluppo dell’economia iblea ?

 

R: la competitività di un territorio interagisce in modo proporzionale con le “perfomances” delle singole imprese in funzione della diversa capacità che esse hanno di assorbire le “diseconomie” ambientali in funzione del proprio patrimonio di conoscenze e di capacità. E, non a caso, le imprese di maggiore successo sono quelle le cui dimensioni produttive favoriscono un’impresa sui mercati esteri (quote importanti di export) rendendosi così relativamente autonome dai condizionamenti del territorio. È chiara la volontà di ridare slancio ai rapporti euromediterranei, e quindi con un paese così importante come la Turchia. Pensiamo a forme non necessariamente appiattite sul partenariato, ma legate ad esigenze di una cooperazione concreta, sui grandi progetti economico-industriali. La competitività del territorio ragusano potrebbe essere valutata in funzione di alcuni obiettivi di sviluppo, puntando principalmente alle eccellenze che hanno già una riconoscibilità ben definita e metodologie già sperimentate in grado di evidenziare i punti di forza e di debolezza del sistema economico ed istituzionale locale. Questo coinvolgimento degli attori locali nello sviluppo di un progetto correttamente strutturato, dal lato organizzativo e metodologico, potrebbe favorire la convergenza degli interessi lungo un asse di obiettivi condivisi.  (Intervista raccolta da Laura Curella)

 

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