INCARDONA: “UN’ALTRA OCCASIONE PERSA PER L’AEROPORTO DI COMISO”

La chiusura programmata per il mese di novembre dell’aeroporto di Catania “Vincenzo Bellini” poteva rappresentare l’ennesima occasione utile per dare nuovo slancio all’iter di apertura dell’aereostazione di Comiso. 

I tremila voli che dovranno essere spostati da Catania, per via dei lavori di manutenzione della pista, saranno spostati in altre aerostazioni: Palermo, Reggio Calabria e persino nella base militare di Sigonella. Solamente l’aeroporto di Comiso, che avrebbe dovuto rappresentare l’approdo naturale e più consono per fronteggiare la chiusura dello scalo etneo, é stato tagliato fuori a causa dei ritardi e della burocrazia che ormai da anni lo avviluppano.

“E’ stata sciupata l’ennesima occasione propizia – ha commentato l’onorevole Carmelo Incardona – per accelerare i tempi di apertura del Vincenzo Magliocco. Ma, come tante altre volte, la mancata apertura di un aeroporto concepito già a monte in maniera errata farà perdere al territorio un’importante occasione di sviluppo”.

Come già successo in passato in altre occasioni viene messo in scena il solito teatrino del rimpallo delle responsabilità. Il direttore dell’Enac a Catania, Vincenzo Fusco, accusa la società di gestione di Comiso di non aver ancora presentato il piano industriale, mentre quest’ultima assicura di averlo già pronto.

“Lo scaricabarile non serve a nessuno e non fa gli interessi dei cittadini – ha commentato il deputato di Grande Sud – . La Soaco, cercando di sfruttare la chiusura temporanea di Catania, potrebbe prevedere di coprire le spese per i controllori di volo e garantire l’operatività della struttura, andando ad aggiungere 300mila euro ai già previsti finanziamenti regionali. 

“Occorrono prese di responsabilità precise – ha proseguito l’onorevole Carmelo Incardona – perché non è ammissibile che l’aeroporto di Comiso resti ancora al palo, danneggiando con il suo mancato avvio tutti i siciliani. Le proteste plateali di Pippo Digiacomo non hanno portato a nulla e non porteranno risultati concreti perché lo Stato si è dato una direttiva: non finanziare gli aeroporti con un traffico annuale sotto il milione di passeggeri; la SAC in primis e la Soaco non hanno intenzione di garantire l’operatività della struttura.

“Quindi é necessario che la Soaco faccia la sua parte – ha concluso il deputato di Grande Sud – mettendo la quota necessaria per gli operatori di volo e si metta fine al colpevole ritardo, dovuto a diversi errori commessi da chi ha avviato il progetto dell’aerostazione, che condanna il nostro territorio a non sfruttare un’importante risorsa di sviluppo economico e turistico”.

 

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