Inaugurato il nuovo tratto autostradale Rosolini-Ispica. La provincia di Ragusa passa da un triste primato ad un altro. FOTO E VIDEO

Terminato nei giorni scorsi il necessario collaudo, la Siracusa-Gela si dota di due corsie autostradali di quasi dieci chilometri che attraversano i territori di Noto, Rosolini e Ispica, passando per il viadotto Scardina.

Di fatto oggi l’autostrada arriva anche in provincia di Ragusa. E coì dopo il primato della provincia siciliana senza un chilometro di autostrada, adesso abbiamo quello di essere la provincia con meno chilometri. Da un triste primato ad un altro.

La tratta autostradale Siracusa Gela si snoda lungo la A18 e porta gli originari 9,5 km, in esercizio alla data di stipula della convenzione, verso gli attuali 41,5 km Il tratto fino a Rosolini segue il progetto approvato dal Ministero dei lavori pubblici nel 2003, i tratti successivi hanno invece subito delle modifiche nel tracciato per salvare aree archeologiche e di interesse naturalistico.

“Oggi inauguriamo, hanno affermato le autorità presenti, dieci chilometri di nuova infrastruttura autostradale per il sud est della Sicilia, una delle pochissime attualmente in costruzione nel Mezzogiorno. Già alla fine degli anni 60, al termine dei lavori della Messina-Catania, si cominciò ad immaginare un proseguimento autostradale che strategicamente attraversasse tutta la Sicilia orientale. Progettazioni e lavori purtroppo furono sempre caratterizzati da un andamento a singhiozzo, fatto di continui stop e ripartenze. Oggi però la Siracusa-Gela, e in particolare la Rosolini-Ispica, rappresenta l’inversione di tendenza che questa governance ha voluto imprimere ad Autostrade Siciliane.

Abbiamo trovato dei lavori morenti e li abbiamo trasformati in uno dei cantieri più grandi del Sud Italia, che ha visto impiegati circa 400 professionisti e dove la sicurezza sul lavoro e la qualità di esecuzione hanno rappresentato le nostre priorità sin dall’inizio, consentendoci di finire l’ opera senza incidenti e nei tempi previsti. I lavori per la realizzazione erano iniziati nel 2014 e dovevano essere consegnati nel 2019, ma rimasero bloccati per alcuni problemi finanziari legati ad una delle società appartenenti raggruppamento di imprese che si era aggiudicato l’appalto, rischiando così di restituire l’ennesima incompiuta.

Subito dopo l’insediamento, nel marzo del 2019 abbiamo riattivato l’opera, monitorato costantemente e potenziato gli uffici di direzione lavori con direttori e ispettori. Uno dei cantieri più grandi del Sud Italia, frutto di un impegno straordinario e a tratti anche di anticipazioni finanziarie erogate dal Consorzio. Un’opera attesa da tanti anni, un’infrastruttura strategica socialmente ed economicamente per il territorio regionale, che offrirà ricadute economiche positive e sviluppo turistico”.

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