IN PROVINCIA OTTOCENTO TERREMOTI IN DIECI ANNI

Si è chiuso ieri il primo convegno sul riconoscimento, la definizione e la valutazione del rischio relativo alle faglie e alle discontinuità tettoniche promosso dall’Associazione geologi liberi professionisti della provincia di Ragusa. La giornata è stata caratterizzata da una verifica sul posto di alcuni aspetti trattati dalle relazioni degli esperti, tra cui anche Raffaele Azzaro, responsabile Unità funzionale Sismologia Ingv sezione di Catania (“Negli ultimi dieci anni – ha detto tra l’altro – attraverso la rete sismica, abbiamo registrato e localizzato circa 800 terremoti nell’area iblea, a cui si aggiunge un numero analogo di eventi di portata molto inferiore”) ed in particolare allo studio della cinematica delle faglie iblee. I migliori esempi si hanno lungo il sistema Scicli-Ragusa-Irminio.

Oltre sessanta i geologi che hanno partecipato alla giornata di studio sul campo. “Rilevare ogni dettaglio degli affioramenti a piccola scala – afferma il presidente di Ageo Ragusa, Pietro Spadaro – è la metodologia cui il geologo ricorre per dare una valutazione preliminare dei processi di fagliazione sul territorio. Di conseguenza si può stabilire una sorta di gerarchia delle strutture ed in base a successivi accertamenti di ordine strumentale e diagnostico, capire quali di queste possono produrre amplificazioni in caso di sisma”. Uno dei primi passi verso la prevenzione è, in sintesi, la classificazione del territorio in base all’amplificazione che un dato sisma di progetto assume nelle varie aree studiate (microzonazione sismica). A tale proposito, assieme a molti altri fattori, una componente essenziale negli studi di microzonazione sismica è il rilievo sistematico delle faglie presenti su un dato territorio. Non è un caso che la comunità scientifica sia concorde sul fatto che in corrispondenza di gran parte di tali lineamenti si possa avere un’amplificazione del sisma con effetti che variano da sito a sito.

“Molti centri abitati iblei – aggiunge Spadaro – sono attraversati da faglie anche importanti. La corretta pianificazione del territorio parte dall’attenzione rivolta a tali problematiche, che in una parola si traduce in prevenzione. E’ risaputo che la macchina della Protezione civile italiana ha affrontato le fasi di emergenza e post emergenza con un’organizzazione ed efficienza che la pone ai vertici nell’ambito della realtà mondiale. Tuttavia, molto lavoro deve essere ancora fatto dalle istituzioni, a vari livelli, dalle realtà locali fino a quelle regionali e nazionali, in materia di prevenzione di base. Non ci possiamo più sottrarre alla sensibilità verso tali problematiche. Un compito che è affidato a ognuno di noi e in questo senso la figura del geologo riveste un ruolo fondamentale e insostituibile”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it