Il vescovo di Noto, mons. Rumeo, ed il suo primo messaggio in ricordo di Giorgio La Pira

Dal 9 gennaio all’11 gennaio Pozzallo vivrà momenti di forte riflessione e commozione ricordando Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze che ebbe i natali cetoventi anni fa nella cittadina marinara iblea. “Un sindaco dal cuore aperto e dalle mani giunte, che si spinse a sanare i mali di una città che rinasceva dalle macerie della guerra” lo ricorda così il Vescovo Rumeo. Dedicato a colui che ha sognato una Pace possibile, il capo della chiesa netina consegna in questi giorni un messaggio alla  comunità diocesana ed alla società civile.

“Il sogno della Pace” è il titolo del messaggio del Presule netino

“Cercare la pace e custodirla non è una scelta opzionale per il credente, bensì la vocazione fondamentale. Perché scegliere la pace è scegliere Cristo, cercare la pace è annunciare Cristo – scrive Mons. Rumeo – il Venerabile Giorgio La Pira è stato l’uomo della preghiera, quale relazione con Dio in rapporto continuo e maturo al punto che tutto scaturì dalla sua preghiera: le scelte, il dono di sé agli altri e il suo impegno in politica. Giorgio La Pira fu l’uomo povero, prima di tutto una povertà interiore che lo spogliò del suo «io», che lo rese umile e fu una povertà esteriore che lo faceva spogliare anche dei suoi abiti dinanzi a chi era più povero. Da questa vita di preghiera e di contemplazione, prese forma il suo impegno sociale a favore dei poveri e degli ultimi, con tutti gli uomini, di ogni classe, di ogni categoria sociale, e di ogni credo politico e religioso”.

Mons. Rumeo ricorda oltre al periodo della sindacatura di La Pira a Firenze anche i suoi “Convegni della Pace” aperti a personalità politiche e politiche di ogni nazione

“Sorretto dalla forza della fede, fu promotore instancabile di dialogo, andò in Russia da Kruscev e in Vietnam da Ho Chi Minh per domandare la pace – ricorda ancora il Vescovo – sempre fiducioso nella preghiera volle che s’incontrassero i popoli monoteisti del Mediterraneo: cristiani, ebrei, musulmani. Che la strada da lui aperta, possa favorire anche oggi, in questo tempo precario di conflitti internazionali, legami di pace”.

Massimo il suo impegno per gli ultimi

“Da una vita di preghiera e di contemplazione, prese forma il suo impegno sociale a favore dei poveri e degli ultimi, con tutti gli uomini, di ogni classe, di ogni categoria sociale, e di ogni credo politico e religioso – conclude Mons. Rumeo – occorre essere portatori di pace anzitutto con il proprio comportamento giornaliero, vivendo in pace con Dio. Gli operatori di pace si sforzano di creare legami, di stabilire rapporti con tutti, appianando tensioni e mugugni. Perché Dio è la fonte della pace, e il Figlio Suo, il Principe della Pace. Pace che nasce dalla capacità di incontrare l’altro, nella maniera proposta dal Vangelo, con un atteggiamento di umiltà, di accoglienza, di apertura del cuore”.

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