IL TURISMO IN PROGNOSI RISERVATA

Ci sono brutti segnali a proposito del turismo, ne parliamo ora perché si annuncia, da più parti, il possibile arrivo di un nuovo assessore e qualche considerazione potrebbe essere scambiata per attacco a livello personale. Fra l’altro il nome che gira è di persona rispettabilissima ma che  non lascia presagire cambiamenti epocali, per l’espressione politica che rappresenta (una forma di grillismo pentastellato moderato, a carattere locale), per l’indole assai riservata e per le ormai note opinioni sui criteri di spesa che gli hanno fatto definire le rotatorie inutili e costose, tutte caratteristiche che non si attengono a una gestione del turismo spregiudicata, senza limitazioni di spesa ed estremamente vivace, necessaria e indispensabile come richiede la situazione che vede il paziente in coma, a un passo dall’irreversibilità.

Dopo non ci resterebbe che la donazione del patrimonio, lasciandolo in loco ma affidandolo ad altra provincia o a privati.

E che il malato sia vicino alla fine è dimostrato dal fatto che sulla materia si è scomodato, per intervenire, anche il prof. Uccio Barone: quando per una malattia, che si giudica guaribile, interviene al capezzale il luminare, si evince che siamo arrivati alla fase preterminale.

Inspiegabilmente Cotanto Illustre Personaggio si inserisce nella ‘babele di linguaggi e proposte’ da Lui stesso definita ‘improduttiva’ e lancia alcune brevi considerazioni, interessanti per la fonte ma, comunque, assai scontate: il marchio UNESCO va valorizzato e sfruttato, seminari internazionali sulla materia possono svolgere la funzione di strategia apripista, ascolto degli operatori turistici e “cabina di regìa” di alto profilo, sotto il coordinamento dell’Amministrazione locale, per accoglienza, segnaletica, apertura dei siti, eventi, destagionalizzazione, programmazione.

Ma dove si nota il tocco dell’artista, ineguagliabile nella sua sintetica ma ferma verità, è l’esortazione ‘a riannodare i fili sparsi di un frantumato campanilismo che ci uccide’, l’auspicio di una azione tendente  a ‘liberare idee e azioni virtuose, nel più vasto comprensorio’, che potrebbe acclarare una leadership da conquistare, in ogni caso sul campo.

Emerge l’evidenza, ammessa senza mezzi termini dal saggio, che da soli non si va in nessuna direzione, ‘si resta ‘periferia marginale’, come pure, oltre agli sterili campanilismi, vanno  eliminate tutte le possibili contrapposizioni di schieramento che limitano ogni possibilità e prospettiva di crescita’.

Significative le parole finali dell’intervento del prof. Barone: “Non ci può essere turismo, né alcuna speranza di sviluppo in una città ricca di faide personali e povera di idee e ideali”.

Potrà sembrare una lettura azzardata, ma l’appello si può considerare rivolto, maggiormente, più che alle forze vive della città di Modica, ai compagni di ‘avventura UNESCO’ della provincia, più che a Ragusa, piombata prima degli altri in uno stato comatoso, a quella Scicli che, sotto traccia, ha intessuto una trama di strategie convergenti per tentare di appropriarsi di una leadership che poggia le basi su terreno inconsistente come quello della spiaggia di Micenci.

Chi ha seguito lo svolgersi di eventi, interventi e dichiarazioni sull’argomento, ha potuto notare il tentativo sciclitano di emergere nella fase di immobilismo, approfittando di sostegni d’immagine dell’assessore regionale, di qualche evento opportunamente lanciato da quotidiani nazionali, del passaggio di personaggi illustri la cui presenza è stata abilmente sfruttata.

Ma pur nella consapevolezza del valore eccelso del tardobarocco sciclitano, una via che fa da quinta teatrale, un palazzo e una stanza utilizzata come set cinematografico, sembrano un po’ pochino per strutturare una politica turistica di medio e lungo termine, soprattutto se i turisti che vanno a fare il bagno posteggiano l’auto fra cumuli d’immondizia, sulla spiaggia non trovi l’ombra di un cestino, si sconoscono gli accessi per disabili e i cani, randagi e non, spadroneggiano sulle spiagge da anni.

Quando poi si arriva a ‘sfottere’ l’ origine ‘rurale’ del primo cittadino del paese rivale, allora ti rendi conto che siamo oltre la periferia marginale. (http://www.ragusanews.com/articolo/33492/da-contea-ad-agriturismo-l-epopea-di-modica-ai-tempi-di-abbate).

Ma se puoi tollerare celie come quella che recita “Modica, da capitale della Cultura con la C maiuscola a esposizione permanente della virtù agraria frigintinense”, anche da ragusano è intollerabile leggere “A breve immaginiamo la chiusura al traffico del corso Umberto: il salotto buono dell’urbe sarà trasformato in un grande campo a coltivazione mista. A nord, proprio davanti al palazzo municipale, zucchine, melanzane e peperoni, son colture che vogliono il fresco, a sud, invece, a confine con la rotonda della Tuma stellare, per dare un’indicazione geografica precisa, distese infinite di pomodori pachino. Tutto bio, ovviamente”.

Sempre da ragusano è opportuno precisare che Modica potrà avere, in qualsiasi epoca, pure il peggior sindaco del mondo, ma resterà, comunque, sempre, la capitale culturale del comprensorio, di cui, magari purtroppo, è sempre capoluogo Ragusa.

In questo scenario di ostilità di stampo mediorientale, con un futuro tutto da definire per quanto riguarda il riordino amministrativo  della ex provincia, si deve pur programmare qualcosa per il turismo della nostra città, sempre che ci sia il risveglio dallo stato di coma. E, come si sa, il periodo di riabilitazione sarà necessariamente impegnativo e costoso.

Ci sarà solo da spendere, la promozione dovrà ripartire da zero, manca tutto, dalla cartina alla guida dal pieghevole alla brochure, dalla galleria fotografica ai supporti multimediali. Già Ibla Buskers, su cui l’Amministrazione si è impegnata in maniera consistente, sarà il primo banco di prova. Vedremo su quali mezzi sarà veicolata la promozione dell’evento che attira flussi turistici particolari. Vediamo se, come sempre, la pubblicità sarà fatta sui mezzi locali, oppure ci sarà l’evocato cambiamento, vediamo se ci sarà l’impronta del nuovo e del nuovo assessore.

Ma dal  momento che i fondi a disposizione sono e saranno, comunque limitati, con una predisposizione alla spesa sicuramente moderata, la partita va giocata, assolutamente sul piano politico.

Occorrerà una buona dose di grillismo, altrimenti con il buonismo non si va da nessuna parte.

Il nostro territorio, finora, anche per quanto riguarda il turismo, è stato maltrattato dal governo regionale e ignorato da chi si occupa (o almeno dovrebbe ) di valorizzare la Sicilia e le sue peculiarità.

Occorrerà parlare a muso duro con i parlamentari regionali silenti rispetto a trattamenti senza precedenti e ad una mortificazione del territorio che imporrebbe ben altre reazioni.

Occorrerà svincolarsi dall’atteggiamento reverenziale verso quelle pseudostrutture del sud-est intente, ancora dopo dieci anni, a studiare le strategie per sfruttare l’opportunità UNESCO, come il Distretto del Sud-Est, messo nel mirino dal Sole 24ore per l’inconsistenza dei progetti propedeutici all’accesso dei fondi Por, tavoli dove emerge solo la disperata incapacità di dare vita ad azioni produttive per la crescita turistica del comprensorio, di produrre azioni sistemiche per un cambio di passo nelle politiche di sviluppo fondate sul turismo.

Occorre coinvolgere la deputazione del Movimento 5 Stelle non solo per intervenire alle visite dei vertici regionali ma per opporsi, con forza, a quelle politiche regionali intese come semplici pratiche spartitorie di risorse che sono caratterizzate dall’assenza di idee e, ancor di più di progetti. Cambiamento deve significare modificare il principio secondo cui tutti i territori partecipano alla ripartizione di qualsiasi torta, come ha fatto ultimamente l’assessore Stancheris, incapace anche lei, dopo oltre otto anni, a far partire i distretti turistici.

Se andremo a Palermo con “’u tascu na vucca”, prepariamoci a recitare il ‘de profundis’.

 

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