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“Il Sindaco Abbate sta lasciando il comune in una gravissima crisi finanziaria”. Lo afferma Sinistra Italiana
15 Apr 2022 11:25
Ci va pesante il già consigliere comunale, Vito D’Antona di Sinistra Italiana, con il Sindaco Ignazio Abbate in merito alla gestione economica da parte del primo cittadino soprattutto in questo ultimo periodo. Vito D’Antona si dice convinto che Ignazio Abbate, essendo in pratica già in campagna elettorale e prossimo alle dimissioni per candidarsi appunto alla prossima competizione regionale, stia dilapidando le ultime risorse economiche del comune lasciando l’ente in una situazione ancora più incerta di quella attuale. In soli tre mesi e mezzo, secondo quanto denuncia Vito D’antona Abbate avrebbe azzerato due importanti fondi di accantonamento iscritti in bilancio: il Fondo per l’emergenza Covid 19 e il Fondo di riserva. Nel primo caso sarebbe stato prelevato l’intero importo per 1.282.000,00 euro, rendendo impossibile per i prossimi mesi intervenire per fronteggiare eventuali spese per l’emergenza ancora presente, mentre nel secondo caso sarebbe stato diminuito di 520.000,00 euro il fondo di riserva, lasciando soltanto la cifra di 150.000,00 euro per spese impreviste ed indispensabili che si potranno presentare nei prossimi otto mesi.
Vito D’antona evidenzia inoltre, che con una deliberazione urgente, Abbate ha chiesto alla banca fino al 30 giugno una anticipazione di cassa nel limite massimo consentito di 24 milioni di euro, richiedendo perfino l’autorizzazione per l’uso delle somme vincolate, nonostante i cento milioni di euro prestati dallo Stato per sopperire alle deficienze di cassa.
Gli atti adottati in questi ultimi giorni, prima delle possibili dimissioni per una candidatura in una ancora non definita lista elettorale, dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, la gravissima crisi finanziaria nella quale Abbate sta lasciando, dopo nove anni, il Comune di Modica: il trasferimento a carico dei futuri amministratori di debiti per spese obbligatorie, quali quelle per i servizi telefonici e l’energia elettrica, il peso del debito di cento milioni con lo Stato, il ricorso obbligato a fondi straordinari di accantonamento per spese ordinarie, la carenza di liquidità e di capacità di pagare, i debiti con la Spm e la Multiservizi.
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