IL RUGBY E I SUOI FRATELLI (E LE SUE SORELLE)

 Trecento. In tanti hanno detto “io ci sono”, e si sono presentati ieri sera, presso la Villa Dipasquale, per la Festa del Rugby, organizzata dal Padua Rugby Ragusa, in collaborazione con il Rugby Audax Clan e il Clan Over Rugby, per festeggiare gli atleti, e i dirigenti, che nel corso degli anni hanno condiviso l’amore per il rugby.

Trecento, tra ex giocatori, atleti ancora in attività, dirigenti, collaboratori, mogli, mariti e figli, uniti dalla passione per il rugby e per aver, in un modo o nell’altro, aiutato a fare grande a Ragusa lo sport della palla ovale.

È stato come un ritrovarsi, compagni di scuola dopo anni di vita altrove, per raccontarsi, per ricordare, per commuoversi, aiutati in questo da decine di sbiadite foto in bianco e nero, da centinaia di scoloriti ritagli di giornale e da una serie di filmati i cui protagonisti, con quarant’anni e trenta chili di meno, hanno fatto vedere ai più giovani che cos’era il rugby di un tempo.

Durante la serata sono stati anche ricordati i rugbysti che non ci sono più e che, come ha detto il presidente del Padua, Ciccio Tumino, «ci guardano dal cielo e gioiscono per i successi delle squadre iblee», oltre che le persone che, in qualunque modo, hanno fatto parte della grande famiglia del rugby ragusano.

Sono anche intervenuti il presidente del Rugby Audax Clan, un emozionatissimo Paolo Sartorio, e un dirigente del Clan Over Rugby, Mimmo Arezzo, i quali hanno ricordato che il rugby, prima di tutto, è una grande famiglia, della quale tutti fanno parte, al di là dei colori delle maglie che si indossano durante le partite. «Perché la palla ovale», ha concluso Arezzo, «unisce gli uomini, invece di dividerli, e il rugby, più che uno sport, è una scuola di vita».

Nel corso della lunga serata, sono stati anche festeggiati Giuseppe Cicciarella, storico massaggiatore, ma tuttora in attività, del “vecchio” Padua, e la squadre giovanili iblee che, in questa stagione, hanno mietuto successi su successi.

Naturalmente, e con tanti rugbysti presenti non poteva che essere così, si è mangiato e bevuto, perché, lo sanno tutti, il rugbysta, prima che un atleta è anche un grande banchettante.

La serata si è chiusa intorno alle due del mattino, con tutti i presenti che si sono dati appuntamento domenica mattina, alle 11 come ai vecchi tempi, anche se questa volta al Petrulli e non al vecchio Enal, per tifare Ragusa nell’incontro che vedrà di fronte il Padua e i leccesi del Trepuzzi.

 

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