IL REHAB: REALTÀ CON L’AIUTO DI SCICLI E DEL BONINO PULEJO

 

Leggendo il comunicato stampa della senatrice Padua ( http://www.venerapadua.it/tempi-troppo-lunghi-per-la-riconversione-del-busacca-di-scicli-serve-una-svolta/ ), con il quale chiede maggiore attenzione e celerità per le questioni che riguardano il nosocomio di Scicli, non posso far altro che pensare al progetto del REHAB di Comiso.

Infatti, così come per il Busacca di Scicli, anche per il REHAB fu stilato, nel 2013, un protocollo d’intesa con l’ASP di Ragusa ma, sempre come sta accadendo al Busacca, da allora tutto tace.

Perciò penso che forse sarebbe meglio agire insieme per ottenere dalla Regione ciò che già è stato deciso, perlomeno per quanto riguarda la riabilitazione d’eccellenza, che finora la provincia di Ragusa non ha mai conosciuto.

In occasione del Disability Pride Italia, che si è tenuto lo scorso luglio a Palermo, si è parlato, insieme al Bonino-Pulejo e ad altre importanti realtà cliniche della penisola, delle tecniche riabilitative d’avanguardia, che anche alcuni istituti siciliani utilizzano. Ma è emerso anche l’inquietante dato della disinformazione diffusa tra gli utenti che, appunto per questo, sono costretti a recarsi fuori regione o, addirittura, in un’altra nazione, per compiere quelle stesse terapie di cui dispongono anche a pochi chilometri da casa.

A questo punto appare evidente quanto sarebbe utile per le casse della nostra Regione e per la comodità dei pazienti se il Bonino-Pulejo potesse avere dei satelliti in tutte le province, vista la precarietà dei nostri collegamenti stradali, per cui percorrere 100 chilometri al sud equivale a compierne 500 al nord, se non come tempo sicuramente come stanchezza psico-fisica.

Quindi non è completamente assurdo pensare ad una collaborazione tra Comiso e Scicli per dividere e condividere l’onere e l’onore di diventare insieme satellite riabilitativo del Bonino-Pulejo, aggiungendo a questo la presa in carico olistica del paziente, così come il progetto REHAB si proponeva, quindi con il coinvolgimento delle associazioni in questo processo, in quanto la riabilitazione non passa soltanto per le vie della cura, così come ci insegnano esperienze positive come quella del centro NEMO.

 

 

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