Il principale freno allo sviluppo dell’aeroporto di Comiso? La burocrazia: parola di Schifani

Nel corso di un intervento dedicato alle misure a sostegno del comparto vinicolo siciliano, al Vinitaly di Verona, il presidente della Regione Renato Schifani ha rilasciato una dichiarazione destinata a far discutere, soprattutto per ciò che rivela sulle difficoltà strutturali che da anni rallentano lo sviluppo del territorio. Durante un intervento dedicato alle iniziative per il comparto vinicolo siciliano, le sue parole si sono presto trasformate in una vera e propria arringa contro il mostro dalle mille firme: l’apparato burocratico addebitando ad esso la mancata realizzazione dell’area Cargo presso l’aeroporto di Comiso. Il Governatore ha affermato in modo esplicito quindi che il vero ostacolo non è di natura politica, bensì amministrativa. “Sapete benissimo la mia ferma intenzione di realizzare un’area Cargo a Comiso. I miei avversari politici li gestisco, ci confrontiamo, anche con opinioni diverse, ed è giusto che sia così. Ma il mio avversario è un altro: è la burocrazia. Lo dichiaro e me ne assumo la responsabilità. Quotidianamente combatto contro una burocrazia che non decide, che contrasta ogni scelta e rallenta notevolmente la crescita della Sicilia”. Parole che, se da un lato mostrano la determinazione del presidente nel voler portare avanti progetti infrastrutturali di rilievo per l’isola, dall’altro sollevano interrogativi inquietanti sulla reale possibilità di incidere, concretamente, sul presente e sul futuro della Regione. L’aeroporto di Comiso, già operativo da anni ma sottoutilizzato rispetto al suo potenziale, rappresenta da tempo un nodo emblematico dello sviluppo mancato. Non è la prima volta che si parla della creazione di una piattaforma logistica con vocazione cargo, ma a distanza di anni il progetto resta imbrigliato nelle maglie delle procedure amministrative.

Un’ammissione significativa

Il fatto che sia lo stesso Presidente della Regione a dichiarare pubblicamente l’impossibilità di procedere per via dell’inerzia burocratica, rappresenta un’ammissione che va ben oltre il caso specifico di Comiso. Schifani, infatti, riconosce implicitamente che anche con una volontà politica chiara e dichiarata, gli ingranaggi della macchina pubblica possono risultare talmente rigidi da impedire ogni slancio progettuale.

La riflessione più ampia

La questione sollevata da Schifani mette in luce una criticità sistemica: il peso eccessivo della burocrazia nel processo decisionale, che finisce per trasformarsi in una forma di resistenza passiva, capace di neutralizzare qualsiasi iniziativa, anche quando supportata da una chiara visione politica. E se è vero che la legalità e la trasparenza devono restare pilastri fondamentali dell’azione pubblica, è altrettanto evidente che la lentezza cronica e l’eccesso di vincoli normativi rappresentano oggi un freno pericoloso alla competitività dell’intero sistema Sicilia.

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