È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL PESO DEL LAVORO
10 Giu 2013 20:13
Dobbiamo cominciare a parlare di ‘bambini lavoratori’ come ne parlano ormai i movimenti mondiali. Parlo ovviamente di adolescenti e di qualità del lavoro per i bambini lavoratori. Dobbiamo rifiutare lo sfruttamento, ma anche cominciare a chiederci se sia meglio un lavoro controllato per gli adolescenti dei paesi in via di sviluppo, che comunque lavorerebbero, anche quando noi affermiamo che il lavoro minorile non deve esistere. Dobbiamo cominciare a chiedere il marchio di qualità, anche per i prodotti commercializzati in Italia, su quella qualità del lavoro, come i movimenti dei bambini lavoratori chiedono: tempo di studio e tempo di lavoro, che si intervallano al tempo libero, oltre alla clausola sociale che è simbolica e forse di difficile applicazione, anche se rappresenta sicuramente un passo in avanti per i paesi industrializzati. Si tratta di materia culturalmente complessa, ma occorre cominciare a spezzare questo punto di vista occidentale per allungarlo sul mondo, su temi che riguardano la vita e la qualità della vita delle famiglie e dei bambini nel mondo, magari intraprendendo un dialogo con le Organizzazioni di bambini e adolescenti lavoratori, al fine di per prendere in considerazione le loro esperienze e sostenerne progetti e iniziative.
Sappiamo bene, infine, quanto sia fondamentale, in questa azione, riportare al centro del dibattito nei nostri Parlamenti un tema spesso dimenticato dall’agenda politica, cioè il tema della povertà, del suo contrasto e delle strategie di innovazione del welfare, dal momento che in Italia, come nel mondo, la povertà chiama in causa immediatamente la vita quotidiana delle donne, ma soprattutto dei bambini.
In Italia la legge base che definisce l’età di avvio al lavoro e regola il lavoro minorile è la n. 977 del 17 ottobre 1967.
Essa stabilisce che l’età per l’avvio al lavoro è di 15 anni, in coincidenza. con il termine dell’istruzione obbligatoria. Tuttavia prevede che in agricoltura o nelle imprese familiari possano essere impiegati anche i ragazzi di 14 anni, part-time o in lavori stagionali, purché il lavoro non sia faticoso e non interferisca con la frequenza scolastica. La legge, dopo aver proposto una distinzione terminologica tra fanciulli (minori che non hanno compiuto i 15 anni) e adolescenti (minori tra i 15 e i 18 anni) regola l’orario di lavoro e definisce i periodi di riposo a seconda del tipo di lavoro.
Essa stabilisce la durata delle ferie pagate, l’assistenza medica preventiva gratuita e controlli sanitari periodici, così come l’addestramento obbligatorio sul posto di lavoro. Inoltre stabilisce altri principi importanti come l’età minima per l’esecuzione di lavori faticosi, pericolosi. e insalubri (16 anni per gli uomini e 18 per le donne) e il divieto del lavoro notturno per i fanciulli e gli adolescenti.
La vigilanza sull’applicazione della legge è affidata al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale che la esercita attraverso gli Ispettorati del lavoro.
Oltre alla legge 977, ci sono altre norme su aspetti specifici fra cui il D. P. R. N. 432,del 20 gennaio 1976 per la determinazione dei lavori pericolosi, faticosi e insalubri; la legge n. 25 del 19 gennaio 1955 che disciplina l’istituto dell’apprendistato e la legge sui contratti di formazione e lavoro (la N. 79 del 25 marzo 1983 e le integrazioni successive).
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