Il Papa Psicologo. E i ragazzi (anche ragusani) a San Pietro

“Houston! … qui Ragusa.”

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola

Un piccolo capolavoro di comunicazione, reattività e sostegno psico-sociale. Un sublime rito psicodinamico di rinascita di gruppo. Non ce ne siamo accorti forse. La giornata degli adolescenti (ottantamila) in piazza San Pietro, lunedì scorso è stata anche questo. E Ragusa era presente con decine di ragazze e ragazzi.
Io la vedo così. Non è stata messa in luce la valenza terapeutica dell’incontro e la natura profonda di questo Papa Psicologo.


L’immagine della piazza, un oceano di luce, abbracciata da Bergoglio, ora straripante di vita in abbracci, canti, colori, bandiere e gioia di un cielo azzurro in contrasto con quella di due anni fa: la camminata grigia e solitaria sul sagrato della basilica, nei giorni più cupi del Covid. Tutti ricordiamo la sagoma del Papa che nel vuoto abisso del colonnato pregava per la salute del mondo. Oggi forse la consacrazione mediatica e spirituale di un addio a quella stagione di tenebra e solitudine.
A metà pomeriggio Blanco canta, e il popolo dei ragazzi alza un muro di cellulari per l’ex ragazzo dell’oratorio che bacia il Crocifisso. Teenager contro il Covid e contro le bombe, piccoli uomini contro la pandeguerra.
Il Papa allegro e rivoluzionario parla agli adolescenti con voce ferma, dopo un lunghissimo giro della piazza (ad un soffio dai ragazzi, come testimoniato da alcuni video emozionanti girati da loro stessi).

Non sottovaluto le parole scelte. La prosodia. Il tono. Ascoltate bene anche voi, se vi va, tra le righe di alcuni passaggi di luce terapeutica. Il Papa Psicologo, collega illustre: “Venni qui da solo … Sono passati due anni, con la piazza vuota. La piazza ha sofferto il digiuno, oggi questa piazza è piena di voi”.
Il Papa Psicologo: “Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli. Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio. Tutti hanno paura del buio. Le paure vanno dette così si mettono via. Le paure vanno dette, vanno messe alla luce e, una volta che sono alla luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi, se avete paure mettetele alla luce e vi farà bene”.
Il Papa Psicologo: “Sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. L’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati”.

Dopo due anni di isolamento, sono tanti i ragazzi che lì possono raccontare al Papa le ferite della pandemia, ferite di una generazione che lì hanno una voce dinnanzi a Francesco. I più piccoli hanno dodici anni, i più grandi venti, partiti nel cuore della notte di Pasqua dalle diocesi di tutta Italia. E tra loro, gli adolescenti ucraini. È il primo Papa che incontrano. Ottantamila giovani ragioni per credere nel futuro. In un mondo, il nostro, oggi invece governato da vecchi del millennio scorso. Tra i quali, per fortuna, è anche un Papa un po’ tanto psicologo.

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