Il mistero di Daouda: il titolare del cementificio invita a esaminare tutte le piste. Intanto, venerdì un corteo a Ragusa

Si infittisce il caso dell’ivoriano Daouda Diane, operaio edile e mediatore culturale scomparso sabato 2 luglio ad Acate. Per Gianmarco Longo, titolare del cementificio Sgv Calcestruzzi srl, dove il 37enne ha lavorato, le circostanze fanno pensare ad altre piste. “C’e’ qualcosa sotto”, dice ad AGI Longo, rientrato in fretta ad Acate dopo un mese di assenza per lavoro, “se si guarda bene il video che ha mandato al fratello e alla moglie, si capisce che non e’ stato girato in un pozzo, ma in una botte di calcestruzzo.

Gli stessi carabinieri si sono chiesti per quali ragioni si sia fatto un video in un cantiere e poi non si sia saputo piu’ niente neppure del suo telefono. Deve essergli successo qualcos’altro, ma certamente non un incidente avvenuto nel mio cantiere, anche perche’ da noi non c’e’ un solo pozzo”.

Longo e’ deciso a presentare denuncia contro quanti hanno coinvolto la Sgv, azienda leader nel Ragusano. Ma e’ proprio la sua azienda che gli amici di Daouda continuano ad additare.

Daouda era regolarmente assunto come mediatore in un campo dove, dalle 16 fino a mezzanotte, svolgeva anche lavori di pulizia. La mattina andava in giro per impegnarsi in lavori occasionali.

Intanto si terrà il prossimo venerdì 22 luglio a Ragusa, con partenza in piazza San Giovanni alle ore 18, un corteo per chiedere verità sulla scomparsa di Daouda Daine. A organizzare l’evento è il sindacato di base USB e vi prenderà parte anche la deputata del gruppo ManifestA Simona Suriano.

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