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Il ministro Giuli ha inaugurato il Museo d’arte Contemporanea del Carmine a Scicli. “L’opera delle formiche” di Isgrò è la mostra d’apertura
05 Mag 2025 17:04
Tutti gli occhi puntati oggi su Scicli. Dai media nazionali presenti in città con le maggiori testate agli esperti d’arte, alle istituzioni. Non si ricorda a memoria d’uomo un evento di così tanta valenza culturale con l’aggiunta di una grande e qualificata partecipazione di persone. Nell’ex convento del Carmine, interamente restaurato con fondi della 433/91 del dopo terremoto di Santa Lucia (per oltre quattro miliardi delle vecchie lire arrivati ai tempi dell’ex Presidente della Regione Peppe Drago), con un finanziamento del Ministero della cultura risalente al governo del ministro Franceschini e della Regione Sicilia per un intervento in variante al progetto, nasce da oggi al primo piano dell’immobile ecclesiastico il MACC, il Museo d’arte contemporanea del Carmine. Uno spazio museale di grande pregio, restaurato nei suoi ampi spazi. “L’opera delle formiche” è la mostra inaugurale con opere dell’artista messinese Emilio Isgrò che hanno permesso al ministro della cultura Alessandro Giuli, nel suo intervento inaugurale nella chiesa del Carmine alla presenza delle autorità civili, militari e religiose della provincia, di dire che Scicli è “la capitale della cultura”.
Un ministro, Alessandro Giuli, particolarmente entusiasta del nuovo servizio culturale e profondamente affascinato dai luoghi dove ha già trascorso periodi delle sue vacanze. “Un lavoro imponente, quello di Isgrò – ha detto Giuli – un artista che ha messo se stesso al servizio di tutti noi con le sue opere. Oggi l’apertura del museo, il MACC, è il successo di tutta la comunità in una conclamata cooperazione istituzionale. L’esempio delle formiche, battagliere, veloci, forti e laboriose deve raggiungere tutti. Scicli, con il suo silenzio anima di questa città, è punto di riferimento come lo è stato già con il commissario Montalbano per un processo di cooperazione e pace”.
Nel chiostro del Convento del Carmine l’installazione “Non uccidere” sempre di Emilio Isgrò.
In legno e pietra: la pietra del Sinai ed il legno del cedro del Libano. Questi i materiali di un’opera che non passa inosservata e che rimane nel cuore per il messaggio che trasmette in un mondo fatto di violenza. Materiali che avvolgono tutta l’area del Mediterraneo e che l’artista messinese ha lavorato, composto ed ultimato con la collaborazione dell’architetto Botta, presente anch’egli all’evento. La mostra rimarrà aperta fino a quasi tutto il mese di novembre. Poi un altro evento con opere di un grande artista internazionale, sempre italiano ma di grande valore artistico.







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